ROMA. La roulette russa della fortuna beffa Milano. L’assegnazione dell’Agenzia europea per il farmaco che dovrà lasciare Londra causa Brexit nel 2019, sfuma nel peggiore dei modi: con un sorteggio e una pallina che contiene il nome della città vincitrice estratta da un bussolotto trasparente come in una qualsiasi lotteria. L’Ema (European medicines agency) si prepara dunque a trasferirsi ad Amsterdam, arrivata al ballottaggio con il capoluogo lombardo.
Ma la modalità della scelta solleva perplessità e polemiche, che investono anche la designazione della nuova sede dell’Eba (European banking authority), l’autorità bancaria, che viene anche questa assegnata a sorte a Parigi, arrivata al testa a testa finale con Dublino dopo l’esclusione a sorpresa della favorita Francoforte. Entrambe le istituzioni, ironia della sorte, sono attualmente guidate da italiani. Direttore esecutivo dell’Ema, che ha la responsabilità della valutazione scientifica, della supervisione e della vigilanza di tutti i farmaci umani e veterinari commercializzati in Europa, è infatti il microbiologo italiano Guido Rasi, mentre l’economista Andrea Enria è a capo dell’Eba. Nonostante la delusione, l’Italia sceglie il fair play: «Congratulazioni e buon lavoro all’Olanda» twitta la rappresentanza italiana presso la Ue. «Grazie, è un onore» rispondono i partner dei Paesi Bassi.
Ma il sorteggio – il metodo deciso nello scorso mese di giugno dal Consiglio dei ministri della Ue, probabilmente per evitare mercanteggiamenti e giochi politici – finisce per imbarazzare Bruxelles, perché consegna al mondo l’impressione di un’Unione europea incapace di decidere, come sottolinea il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, e offre un assist imprevisto alle forze euroscettiche che assumono sempre maggiore forza nella Ue. Per Milano e per l’Italia è la perdita di una agenzia internazionale prestigiosa, ma anche di un formidabile indotto. Con uno staff di 775 addetti e oltre cinquemila persone che gravitano attorno all’agenzia e un budget di 325 milioni di euro, l’Ema genera infatti un volume d’affari stimato in più di 1,5 miliardi di euro.
«Una candidatura solida sconfitta solo da un sorteggio. Una beffa!» twitta il premier Paolo Gentiloni, che aveva impegnato il governo a sostegno della candidatura italiana, assegnando all’ex ministro per gli Affari europei Enzo Moavero Milanesi, il compito di seguire il dossier in Europa.
Grazie a Milano e grazie a tutti coloro che si sono impegnati per #Ema, nelle istituzioni e nel privato. Una candidatura solida sconfitta solo da un sorteggio. Che beffa!
— Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) 20 novembre 2017
Milano era risultata la candidata più votata (19 le città in corsa) nei primi due turni: 25 punti contro i 20 conquistati rispettivamente da Amsterdam e da Copenaghen al primo round. Al secondo, Milano ha ottenuto 12 preferenze, Amsterdam 9 e Copenaghen 5: il totale fa 26 perché la Slovacchia, inizialmente data in pole position, evidentemente delusa per il mancato passaggio al secondo turno di Bratislava (15 punti alla prima votazione), si è astenuta. È stata questa scelta a determinare la situazione di parità al terzo turno: i 26 si sono equamente divisi fra Milano e Amsterdam, determinando la parità alla terza votazione. La ruota ha invertito il suo giro, e con il sorteggio è arrivata al sconfitta. Fonti diplomatiche europee sembrano confermare «un mercato stupefacente» tra le diverse votazioni per designare le sedi di Ema ed Eba. Il Pirellone, che avrebbe dovuto ospitare gli uffici dell’agenzia e che era pronto a illuminarsi per festeggiare la vittoria, resta spento. A palazzo Pirelli dunque resterà il Consiglio regionale lombardo: nessun trasloco in vista per dipendenti e consiglieri.
Festa annullata anche a Francoforte, favoritissima per ospitare la sede dell’autorità bancaria e uscita dalla corsa alla seconda votazione con appena 4 preferenze, dietro a Dublino, con 13, e a Parigi, con 10. Anche la Francia ottiene la vittoria – dopo un ballottaggio – finito in parità con il sorteggio. Ma si sa, quando si vince non si guarda a certi dettagli. «È il riconoscimento dell’attrattività e dell’impegno europeo della Francia. Felice e fiero del nostro Paese» afferma il presidente Emmanuel Macron in un tweet.
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