Il problema è l'ordinaria amministrazione. Questo è quanto si apprende dalla recente riunione dei sindaci del territorio in riferimento alla questione della sanità nella zona dell'Oltrepò mantovano. La notizia si era già appresa da tempo, ma ora è ufficiale. Il comitato che sta nascendo avrà il compito di fare da grimaldello in Regione per ottenere i fondi necessari a far diventare Pieve quella struttura di eccellenza che dovrebbe essere per attrarre anche pazienti dalle vicine provincie di Rovigo, Modena e Ferrarra.
«I problemi sono noti – dice il sindaco di Pieve, Danniela Besutti – i turni sono pesanti e mancano alcuni macchinari importanti come la risonanza magnetica». Il messaggio è chiarissimo: «La Regione si deve impegnare a potenziare questo presidio – dicono i sindaci – Noi siamo lontanissimi da Milano, ma il territorio ha delle esigenze e pretendiamo di essere ascoltati e rispettati. La battaglia è super partes e siamo tutti uniti. Abbiamo intenzione di far rispettare i diritti. Il governo della Regione, quello che verrà, deve capre che noi siamo determinati».
La logica che i sindaci presentano è di territorio e mira a potenziare il presidio sanitario di Pieve per renderlo un'eccellenza attrattiva anche per le vicine province. L'obiettivo è ambizioso, ma non irraggiungibile, anche perché nella realtà dei fatti già molti pazienti arrivano dalle zone fuori Regione, il problema è offrire un servizio adeguato. Con la riunione della scorsa settimana è stata fissata una bozza dello statuto del nuovo comitato, che vede firmatari già oltre venti sindaci dell'Oltrepò. E altri si stanno aggiungendo, perché si tratta di un discorso di territorio. Adesso tutti faranno pressione perché la Regione si impegni per erogare fondi in primo luogo per l'ordinaria amministrazione e poi per l'interregionalità che da troppo tempo rimane un problema inevaso.
Giorgio Pinotti