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Il coraggio di proteggere una comunità

Enrico Grazioli
1 minuto di lettura

Capita raramente di vedersi consegnare un documento così, in un momento così. Una lettera aperta con cui 90 professionisti della sanità si rivolgono tramite la Gazzetta ai cittadini per informarli, al sindaco e alla politica perché si intervenga. Prima che sia troppo tardi, prima che della sanità pubblica a Mantova restino solo macerie, sostengono convinti: sentendola scricchiolare ogni giorno di più. Lo scrivono mentre vivono in prima linea l’emergenza Covid, che qui pare si sia aggiunta a un deficit organizzativo strutturale.

Se durante la prima ondata nessuno, qui come altrove, in corsia aveva particolare scienza e conoscenza, ma solo infinita coscienza con cui ha accettato ogni sacrificio, dopo oltre un anno di esperienza qualcosa non quadra: dalla possibilità di curare come si dovrebbe chi soffre di altre patologie: non succede più; dalla cessione più o meno forzata ma continua di servizi ai privati, al silenzio con cui si è risposto alle segnalazioni protocollate di disfunzioni e carenze. Fino a quella che i medici definiscono l’umiliazione che spinge molti di loro a cercare lavoro lontano da qui.

Quindi sarà inutile rispondergli che i panni sporchi si lavano in casa, come inutile è chiedersi perché non compaiono i loro nomi. Rispondono da soli, senza giri di parole: temono ripercussioni, e tanto basta, anzi avanza. Non hanno rivendicazioni personali, carriere da costruire, nemici da sgambettare: chiedono aiuto per tutelare un bene comune, di cui da mesi sentiamo il più forte bisogno e di cui loro sono individualmente responsabili. Noi abbiamo risposto, dando voce a un malessere che attraversa tutti i reparti, facendoci loro garanti. Vedremo chi saprà confrontarsi: con lo stesso coraggio di questi cittadini.
 

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