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«Cerco notizie di mio padre». Una foto dal lager per ricordare

Dalla nebbia del tempo c’è qualcuno che cerca di far luce sul passato di qualche membro della sua famiglia coinvolto nella più grande tragedia del Novecento. Come Giovanni Gorgatti di Castellucchio

Sandro Mortari
1 minuto di lettura

CASTELLUCCHIO. Dalla nebbia del tempo c’è qualcuno che cerca di far luce sul passato di qualche membro della sua famiglia coinvolto nella più grande tragedia del Novecento. Come Giovanni Gorgatti di Castellucchio, figlio di Pietro, internato in un lager in Germania e tornato a casa con una ferita nell’anima che mai si è rimarginata.

«Mio padre - dice Giovanni - non ha mai parlato nei dettagli della sua prigionìa. Mi ha solo raccontato di soprusi e angherie subìte, ma mai in che campo di concentramento fossero avvenute. È mancato anni fa, ma non ho mai perso la voglia di ricostruire il suo percorso di sofferenza in guerra e di capire dove fu internato».

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Per anni questa curiosità è rimasta chiusa dentro la volontà di non riaprire vecchie ferite. Poi, qualche tempo fa, un episodio ha ridato slancio, e speranze, alla ricerca. Racconta Giovanni: «Tra le cose di mio padre ho ritrovato una foto ingiallita di un giovane. Dietro c’erano un nome, una località e una data: Mortari Germania 1943. Forse era un suo compagno di prigionìa. Mi sono subito messo alla ricerca tra i Mortari mantovani, ma per ora senza fortuna. Spero che vedendo la foto (sopra, ndr.) qualcuno si faccia vivo». Pietro Gorgatti, classe 1912 (foto sotto), fu richiamato in Aeronautica e poi aggregato al 79° fanteria; catturato a Vipiteno l’8 o il 9 settembre 1943, fu liberato dagli americani l’8 maggio 1945.
 

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