I sindaci si schierano con Assmann: scatta una petizione da inviare al ministro
Il primo cittadino di Poggio in poche ore coinvolge 40 colleghi: «C’è tempo per firmare fino a mezzogiorno di oggi»
Gilberto ScuderiMANTOVA. Tutti amareggiati? Così sembra. A partire dai sindaci della provincia che hanno iniziato una raccolta di firme per cercare di fargli cambiare idea. Peter Assmann lascerà il complesso museale di Palazzo Ducale alla scadenza dell’incarico che non gli è stato rinnovato e lo farà – ha dichiarato – con dispiacere. Se non succede nulla l’anno prossimo tornerà in patria, Innsbruck, Austria felix, per dirigere il Tiroler Landesmuseen, una responsabilità sicuramente di prestigio. Ma lui, con famiglia, voleva stabilirsi qui da noi, macina già un po’ di dialetto e con l’italiano se la cava benissimo.
[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Assmann lascerà il Ducale nel 2019 per dirigere i musei del Tirolo]]
Al sindaco di Poggio Rusco, Fabio Zacchi, è venuta ieri pomeriggio l’idea di provare a invertire la rotta. Ha contattato tutti i 62 sindaci (2 Comuni sono commissariati) per chiedere l’adesione ad una lettera da inviare ad Assman per chiedere di recedere dalle dimissioni, ed al ministro (mantovano d’origine) Alberto Bonisoli perché dia la risposta che Assman cerca per avere la sicurezza di poter restare. In poche ore su 62 sindaci hanno firmato in 40. Segno tangibile di quanto il direttore del Palazzo Ducale sia amato. «Asmman si è fatto apprezzare da noi sindaci - spiega Zacchi - In pochi anni ha cambiato volto a Palazzo Ducale nonostante i mezzi limitati, ha aperto il palazzo alla città ottenendo grandi risultati in termini di visitatori. Sta progettando la grande mostra su Giulio Romano collaborando con tutti i siti giulieschi e coinvolgendo il territorio nell'offerta turistica. Credo che sia giusto da parte di tutti noi, riconoscere i suoi meriti, invitarlo a sospendere la decisione di trasferirsi e invitare il ministro Bonisoli ad esprimersi su una scelta da cui dipende una fetta consistente del futuro del nostro territorio».
Non solo. Al Ducale – non sono pinzillacchere – non si era mai vista tanta gente e tante code alla biglietteria da quando a dirigere c’è lui. Può piacere o no. Magari a qualcuno piace tirare a campare all’italiana, in fondo siamo dei meridionali. Assmann ha in mente – forse possiamo ormai dire aveva – grandi progetti, solo accennati nelle sue ultime uscite pubbliche (al convegno su Pisanello e all’incontro sullo spirito della Palazzina della Paleologa), una riconsiderazione generale della Reggia, un sovvertimento, un nuovo modo di leggerla e renderla fruibile. Non c’è riuscito, a restare. Perché se ne va? Lamenta scarsa attenzione da parte del ministero dei Beni culturali, anzi il silenzio. Assmann ha segnalato a Roma la sua disponibilità a rimanere, ma da Roma infelix non è arrivata risposta. Il Ducale prima agli italiani? Ducale nazionale e sovrano? Il titolo della mostra su Giulio Romano che aprirà il 5 ottobre 2019, “Con nuova e stravagante maniera”, sembra azzeccato anche per la prossima partenza di Assmann. A uno straniero il sistema-Italia può apparire stravagante. Già in passato i bicchieri e la bottiglia magnum, cui accennavamo, erano stati disposti sul vassoio. Ma tra slalom in mezzo a raffinate burocrazie e corsi e ricorsi – che così tanti manco il filosofo napoletano Giambattista Vico ne avrebbe immaginati a cavallo di Sei e Settecento, passaggio di secolo di cavilli e azzeccagarbugli – l’ex ministro Franceschini aveva voluto fortissimamente Assmann, e ce l’aveva fatta. Il ministro di adesso non si sa, quale sia il suo pensiero. Minister, ministro, è etimologicamente inferiore a Magister, maestro. Magister Assmann (pronuncia Maghìster, alla tedesca) assicura piena disponibilità ad andare avanti col progetto “Giulio Romano”. Ma c’è – o c’era – anche appunto il nuovo assetto complessivo museale del Ducale, con dentro Pisanello e quant’altro. Avrà il tempo per mettere tutte le cose a posto da lasciare in eredità? Dice il sindaco Palazzi: «Ha ragione Peter sulla necessità di pianificare, questo è un problema reale per molte delle nostre istituzioni. Gli auguro un buon lavoro nella nuova esperienza che intraprenderà. Nel tempo che resta qui facciamo squadra più possibile per Giulio Romano».
Quali sono le altre reazioni a caldo? Con una lettera al direttore della Gazzetta la parlamentare di Forza Italia Anna Lisa Baroni si è dichiarata sgomenta apprendendo che “il ministro grillino Bonisoli” non ha accolto la disponibilità assmanniana.
Abbiamo cercato Bonisoli e un funzionario del ministero ha comunicato, whatsapp, che «il ministro non fa mai commenti in queste circostanze». Comprendiamo. Il riserbo. Forse l’imbarazzo. Articolato è il commento di Giovanni Pasetti, delegato alla cultura del Comune: «Assmann è stato chiamato a un compito difficile, facendo scelte, condivisibili o no, che hanno portato il Ducale alla centralità nella vita culturale italiana. Nel Palazzo ha aperto spazi chiusi per il terremoto e altre ragioni, ha reso usufruibili le collezioni delle sculture greche e romane, col Comune ha firmato il protocollo per il biglietto unico, ha contribuito a ospitare il Festival della Musica da Camera. Spiace che una persona di valore lasci Mantova. Capisco la sua delusione, l’amarezza».
Sulla stessa frequenza d’onda, c’è rimasto male, è Gianpiero Baldassari, presidente della Società per il Palazzo Ducale: «Non è questione di simpatia o antipatia, come presidente devo collaborare con la direzione del Ducale e quando ho letto l’articolo della Gazzetta ho subito inviato a tutti i consiglieri della Società una email con scritto: Peccato!» Sì, peccato. Procediamo, all’italiana. Avanti, Savoia! Dio ce la mandi buona. —
Gilberto Scuderi
BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
I commenti dei lettori