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Sanna, romanzo per immagini che riassume una carriera

Rizzoli pubblica “Come questa pietra”, il nuovo libro dell’illustratore mantovano. «Racconto storie, ma ogni pagina potrebbe bastare a se stessa come una tela»

Simonetta Bitasi
2 minuti di lettura

MANTOVA. Una galleria di quadri, una narrazione per immagini, uno sguardo sul mondo attraverso un caleidoscopio di colori, dove la copertina già anticipa gli elementi essenziali della storia: Come questa pietra. Il libro di tutte le guerre il nuovo lavoro di Alessandro Sanna che esce per Rizzoli in concomitanza con la riedizione di Fiume lento. Un viaggio lungo il Po, è un libro che merita tante letture.

Possiamo dire che “Come questa pietra” riassuma il suo essere artista? Che in un certo modo contenga ed espliciti la sua poetica, il suo pensiero e nello stesso tempo mostri dove si sono spinte la sua tecnica e le sue sperimentazioni artistiche?

Posso dire che in questo lavoro ho ripescato tutto il mio percorso: dalla pittura di quando avevo vent’anni ai libri sequenziali senza parole come Il bosco e Fiume lento passando da Pinocchio prima di Pinocchio a Moby Dick. Mi sento pittore che ragiona con lo strumento libro adoperando immagini in sequenza per raccontare una storia. In questo libro ho portato all’estremo il mio concetto di “salto nel buio”, vale a dire di azione pittorica che avviene senza scheletro, senza matite, senza appunti presi precedentemente. Ogni pagina potrebbe bastare a sé stessa come fossero tante piccole tele dipinte. Da anni inseguivo questa tecnica che mi viene dalle tavole medievali dipinte a tempera fino ad arrivare agli ex-voto e alle scomode e inclassificabili opere degli outsider; in questi giorni a Mantova c’è una mostra di Zinelli che apprezzo moltissimo. Poi c’è la pittura di Buzzati che preferisco di gran lunga a De Chirico. Nel libro ci sono tanti percorsi di lettura: a partire dalle guerre come dice il sottotitolo, ma anche la storia dell’umanità, i conflitti con armi e modi diversi ma in fondo sempre uguali, la distruzione della terra, lo sguardo di chi è non sempre innocente spettatore, la libertà, e senza essere banali il senso della vita. Si ha la sensazione di un’estrema consapevolezza di questa ricca stratificazione ma anche la volontà di lasciare degli spazi interpretativi a chi legge.

Va in questo senso la scelta di rinunciare al testo a favore di un racconto solo per immagini? Si può scrivere un romanzo solo con le immagini?

La mia risposta è sì e qui ho provato a farlo. Certo è faticoso ma è il modo che ho scelto per raccontare. Molte idee sono state meditate a lungo interrompendo spesso il lavoro col rischio di non riprenderlo più. Molte volte mi sono trovato di fronte a muri apparentemente invalicabili che abbattevo soltanto mettendomi al tavolo di lavoro.

“Come questa pietra” è un libro fortemente politico? Un libro per non dimenticare e mantenere lo sguardo fisso sulle ingiustizie nel mondo?

Un libro di sole immagini è sempre un libro politico. L’interpretazione del lettore è fondamentale in questo progetto. Le mie intenzioni concettuali saranno manomesse dallo sguardo acuto o superficiale di chi sfoglierà il volume. Non mi preoccupa la dubbia collocazione negli scaffali delle librerie, spero solo che le persone non si spaventino nel non trovarvi indicazioni scritte. Non è una medicina e non ha bisogno del bugiardino, si può assumere anche a stomaco e mente vuote.

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