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Mantova, due petizioni contro la mostra di Nitsch: chiedono l’intervento di Bonisoli

A lanciarle sono state il medico Elisa Righi e l’animalista Cristina Spagna. Tam Tam sul web e centinaia di firme per impedire la rassegna a Palazzo Ducale

Gilberto Scuderi
2 minuti di lettura

MANTOVA. Le petizioni sulla piattaforma www.change.org sono dirette al ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli, mantovano, perché fermi la mostra di Nitsch che aprirà il mese prossimo a Palazzo Ducale. La petizione lanciata  da Elisa Righi, è “Contro la mostra di Nitsch a Mantova che propone una delirante idea di arte contemporanea”. Righi – nata a Bondeno di Gonzaga, lavora come medico all’Ospedale Maggiore di Bologna – osserva come «l’ambiente rinascimentale del Ducale stride con Nitsch» oltre «all’utilizzo di denaro pubblico per la mostra» e al «non rispetto per uomini e animali». Andrete da Bonisoli? «Se superiamo le 500 firme è probabile» dice.

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Le adesioni sono già oltre 300. Nel testo si parla di Nitsch “pregiudicato austriaco” e di “nudità, animali sanguinanti e sacrifici in croce, violenza, visceri e carcasse” nonché di “rito collettivo di frenesia, basato su riti liturgici e demoniaci”.

Aderendo all’appello di Righi, lo storico e critico d’arte Gianfranco Ferlisi – «sono semplicemente un firmatario» dice – posta su facebook un’immagine raccapricciante di Nitsch. Il mese scorso Cristina Spagna e Valentina Margonari (entrambe portavoce delle 27 associazioni che si battono contro Nitsch) hanno promosso una petizione a Peter Assmann, direttore del Museo Ducale, e a Bonisoli: al momento le firme raccolte sono quasi 500.

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«Ci chiediamo – dice Spagna – quale ostacolo ci sia a dare le date in cui la mostra avrà luogo, a meno che non si pensi di spiazzare l’organizzazione di manifestazioni contrarie».

Alcuni gruppi animalisti stanno pensando quali strumenti di lotta adottare. C’è qualche preoccupazione per l’ordine pubblico, il giorno dell’inaugurazione. Spagna ribadisce di «non volere mai più avere a che fare con Assmann» ma di essere «in contatto con la portavoce di Bonisoli e disponibile insieme a Valentina Margonari a incontrarlo a Roma o a Mantova o a Milano».

Mostre, il "sanguinario" Nitsch al Palazzo Ducale di Mantova



L’ottantenne artista viennese Nitsch è dunque sotto attacco. È vero che non porterà a Mantova sacche di sangue animale da spargere su corpi nudi né su tele, ma è inconfutabile che quello sia il suo bagaglio culturale. E a molti mantovani, animalisti e non, la cosa non quadra, nonostante dal punto di vista artistico sembra ormai avere poco da dire. Occupa qualche pagina sui libri di storia dell’arte. Molti lo detestato, pochi lo esaltano e sui listini di quotazione vive della gloria di 50 anni fa: le cifre non stratosferiche vanno da qualche centinaio di euro ai 20mila circa, la stima dell’olio e sangue su camicia di tela del 1998, intitolato “Relitto”, è intorno ai 12mila euro. Altro obiettivo, come dicevano, è Assmann, tirolese del nord.

Se Nitsch nessuno o pochi lo hanno mai visto dal vivo, Assmann è invece conosciuto. L’impressione è che un agguerrito battaglione mantovano vorrebbe, all’Armando Diaz 1918 doc, che gli austriaci risalissero le valli che avevano discese con orgogliosa sicurezza. Il primo, l’artista o pseudo artista, che rimanesse al di là delle Alpi. Il secondo, il direttore, valicasse il Brennero per tornare nel nativo Tirolo, come – salvo imprevisti – accadrà in autunno, per scadenza naturale del contratto col Ducale. 
 

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