Dieci opere ora raccontano Palazzo Te e il Diocesano
Mantova partecipa al progetto della Fidam e Giovani amici dei musei d’Italia Il presidente Scaietta: «Con l’iniziativa creeremo una sorta di galleria nazionale»
GILBERTO SCUDERIMANTOVA. L’associazione Giovani amici dei musei d’Italia, insieme alla Federazione italiana delle associazioni amici dei musei ha risposto a #MuseiChiusiMuseiAperti con un nuovo progetto #5opere1museo. Partecipano 70 associazioni di tutta Italia. Inaugurata in via sperimentale sui social da una decina di giorni, la rubrica “5 Opere 1 Museo” ha raccolto diverse adesioni. Chi partecipa invia 5 opere corredate ognuna da una breve didascalia, per la pubblicazione che sarà nella settimana entrante. Al progetto pilota hanno aderito, tra gli altri, gli amici della Reggia di Caserta, del museo Poldi Pezzoli di Milano, dei musei di Taranto e gli amici di due musei di Mantova: Giovani di Palazzo Te e Diocesano.
«Creeremo - dice Italo Scaietta, presidente della Fidam e degli Amici di Palazzo Te - una sorta di galleria nazionale, declinando il patrimonio artistico locale come fosse un patrimonio unitario del nostro paese». Le opere inviate dal Te sono la Camera dei Giganti e il “Ritratto di Giulio Romano” di Tiziano. Capolavori conosciuti, che non sarà male ripassare sui social. Poi il pastello “Il Risveglio” di Federico Zandomeneghi (di fine ‘800 fa parte della collezione donata da Arnoldo Mondadori), un reperto raffigurante un gatto, animale sacro legato al culto della dea Bastet (risale alla XXV dinastia dei faraoni e fa parte della raccolta egizia di Giuseppe Acerbi, anni tra il 1826 e il 1834, quando era console generale d’Austria in Egitto) e la statua di Diana conservata nel Museo di Palazzo San Sebastiano, «testimonianza della grande passione dei Gonzaga per l’arte classica», dice Scaietta. Una passione presente anche al Museo Diocesano “Francesco Gonzaga”. Tra le sue 5 opere c’è il Pendente col monogramma di Cristo, gioiello di bottega orafa della Germania meridionale, 1562, proveniente dalla basilica di Santa Barbara e arrivato ai Gonzaga come dono al futuro duca Vincenzo I. «Un po’ per alleviare il disagio della forzata clausura di queste settimane, e un po’ per fare conoscere tesori d’arte non ancora conosciuti quanto meritano, la Federazione italiana amici dei musei ha avuto l’idea encomiabile di avvalersi di internet. Auspico un rapido ritorno alla normalità della vita, quando tra l’altro sarà possibile recarsi al Diocesano per ammirarli tutti», dice monsignor Roberto Brunelli, direttore del museo.
Le altre opere sono Il Buon Pastore (bottega indo-portoghese, avorio scolpito, sec. XVII-XVIII), Scene della Passione di Cristo (scultore dell’Europa settentrionale, 1460 circa), l’Urna di Santa Barbara (fine sec. XVI, capolavoro di architettura e oreficeria, caratteristico del fasto esuberante della corte del duca Vincenzo I) e il Busto di Antonino Pio (marmo, bronzo e terracotta di Pier Jacopo Alari Bonacolsi, detto L’Antico, 1455/60-1528). Per visionare i primi progetti che settimanalmente verranno pubblicati ci si può connettere alla pagina Facebook della Fidam https://www.facebook.com/FederazioneItalianaAmiciMusei/ o a quella dei Giovani amici dei musei d’'Italia https://www.facebook.com/GAMIitalia/. Chi vuole partecipare al progetto può inviare l’adesione esclusivamente a mezzo email a segreteria@fidam.net.
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