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Cento anni di Bottazzi, il tipografo partigiano: un testimone del ’900 con Suzzara nel cuore

L’emergenza sanitaria impedisce la celebrazione pubblica di Nardino, scomparso nel 2002: ma l’appuntamento è soltanto rinviato

Mauro Pinotti
2 minuti di lettura

SUZZARA. Ricorre quest’anno il centenario della nascita di Nardino Bottazzi, tipografo ed editore che tanto lustro ha dato alla città di Suzzara. Era nato il 5 luglio 1920: sarebbe stato un importante riconoscimento al suo impegno, alla sua dedizione di cittadino attivo e appassionato, ricordarne la figura con un evento pubblico, ma l’attuale situazione sanitaria lo ha impedito. Almeno per ora.

La sua attività di tipografo ed editore è ben nota così come il sentimento di Nardino Bottazzi per la sua città, espresso nella cura dei tanti libri pubblicati per Suzzara e diffusi in tutto il mondo. E noto è anche il suo impegno nell’Anpi, l’Associazione nazionale partigiani d’Italia. Sentimento ricambiato dall’affetto dei tanti che hanno lasciato uno scritto, un pensiero, un ricordo alla sua memoria.

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Vicenda privata, quella di Bottazzi, che s’intreccia alla storia collettiva del secolo breve, disegnando la traiettoria di una vita piena. Il 12 dicembre 1932, a 12 anni, Nardino inizia la sua attività di tipografo alle Arti Grafiche Reggiani di Suzzara, dove frequenta anche la scuola Arti e Mestieri. A 20 anni, nel 1940, viene chiamato alle armi in Marina, al Comando in Capo di Venezia.

Dal 1943 al 1945 Bottazzi abbraccia e partecipa alla Resistenza nel suzzarese come vicecomandante della 121° Brigata Garibaldi “Arrigo Luppi” con il grado di tenente e, contemporaneamente, crea un centro stampa clandestino. Nel 1945 riprende il lavoro alla tipografia Reggiani. Tre anni più tardi è nel consiglio del Premio Suzzara.

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Il 15 gennaio 1949 Bottazzi sposa Luigia Dall’Acqua e dal 1949 al 1957 dirige la tipografia Commerciale di Mantova. Nel 1954 entra a far parte del consiglio d’amministrazione della Casa di riposo di Mantova e quattro anni più tardi fa il grande salto nella metropoli, ma senza mai allentare le sue radici: a Milano passa prima alle Arti Grafiche Gelmini, e poi alla Tipografia Stucchi a impaginare le edizioni Hoepli e la rivista del Comune “Città di Milano”.

Nel 1959 Nardino Bottazzi viene assunto alla Same di Milano, il palazzo dei giornali, a impaginare parte del “24 Ore” e, contemporaneamente, si diploma alla Scuola del Libro della Società Umanitaria.

L’avventura nella metropoli dura undici anni: tornato a Suzzara nel 1960, da proprietario delle Arti Grafiche Bottazzi, Nardino inizia con la stampa commerciale e l’attività editoriale. I primi successi arrivano con il volume “Suzzara la sua storia la sua gente”, al quale seguono “Il Premio Suzzara”, “Il Bimillenario virgiliano” e tanti altri ancora, a testimoniare un legame inossidabile con la propria terra.

Impossibile comprimere in poche righe il fuoco di una vita densa di slanci e progetti come quella di Bottazzi, che, accanto agli affari, ha sempre praticato l’impegno nella dimensione sociale, al servizio della comunità. Così da presidente della nuova casa di riposo Boni di Suzzara, e da fondatore dell’Associazione Amici del Premio Suzzara insieme Dino Villani. Premio del quale sarà presidente nel 1995.

Nardino Bottazzi è morto il 18 maggio 2002 all’età di 81 anni. Innumerevoli i riconoscimenti di Suzzara al suo cittadino illustre, anche in anni recenti, come l’intitolazione dello skate park di via Picasso nel 2015. Così il seme della memoria germoglia, ostinato, nel solco del presente. Smentendo la superficialità di un tempo che sembra dimenticare ogni istante nel momento stesso in cui lo mastica e brucia. Sembra: per immaginare il futuro occorre sempre declinare la lezione dei buoni maestri di una volta.

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