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Pochi libri ma buoni Da ventitré anni le opere di Tre Lune esaltano la qualità

Dal testo “maledetto” del 1997 alla promessa mai tradita: «Troppi volumi inutili, pubblichiamo solo ciò che ha valore»

GILBERTO SCUDERI
2 minuti di lettura

Luciano Parenti ricorda quando da ragazzo, negli anni ‘50, aveva un amico che faceva il tipografo: c’era odore di carta e di inchiostro in quella tipografia e si usavano i caratteri mobili come faceva Gutenberg a metà del Quattrocento. Allo stesso modo, composti a mano lettera per lettera, sono i volumi editi da Alberto Tallone, tra cui il “Pinocchio” stampato a Parigi nel 1951 che Parenti tiene insieme ad altri libri di pregio nel suo sancta sanctorum in vicolo Nazione, nel centro di Mantova. Libri meravigliosi per carta e stampa. A differenza dei libri inutili – secondo Parenti in giro ce ne sono tanti – che non valgono nemmeno la carta su cui sono stampati.

«Il nostro principio etico professionale è di pubblicare il meno possibile», dice Parenti, fondatore di Tre Lune nel 1997 insieme a Salvatore Gelsi e Giuseppe Zecchini. «Essere piccoli o grandi – prosegue – non dipende dal fatturato o dal numero dei libri pubblicati. Noi facciamo scelte rigorose, scegliamo cosa pubblicare, diciamo di sì poche volte». Ventitré anni fa Tre Lune è precipitata su Mantova «come un corpo estraneo», dice ancora Parenti. Lui e Gelsi sono bolognesi e Zecchini, purtroppo scomparso nel 2001, era di Ponti sul Mincio. Erano in tre e come logo scelsero le tre lune, nel Duecento il primo stemma del comune di Mantova, probabilmente legato all’antico culto di Diana.

Nel 1997 a dare l’imprinting alla casa editrice fu un libro “maledetto”, fuori dai canoni consueti, di tono polemico e blasfemo, venato di odio antiborghese e da un pizzico di socialismo utopistico: è la ristampa anastatica di un’edizione del 1880, l’autore è un tale Giuda Iscariota (Luigi Colli all’anagrafe, calzolaio e libraio nato nel 1838 a Mulo, oggi Villa Poma) e il titolo, “I lupanari di Mantova”, non lascia dubbi sull’argomento. Nel 1998 Tre Lune pubblicò un libro altrettanto estraneo agli schemi abituali: “Relazione riflessioni e giudizio sul sesso di un individuo umano vivente chiamato e conosciuto sotto il nome di Giacoma Foroni”, anastatica dell’edizione 1802, periodo napoleonico, quando a Roverbella venne scoperto un ermafrodito. Giacoma, denudata, aveva attributi sessuali sia femminili che maschili. L’interesse scientifico di medici, fisici, chirurghi, accademici virgiliani e pittori si mescolò alla morbosa curiosità. La fotografia doveva ancora essere inventata (almeno si sarebbe fatto più in fretta) e l’anatomia di Giacoma fu lentamente e con precisione disegnata e stampata sul libro, illustrato con quattro tavole ripiegate.

Nel 1998, con “Cuori pensanti” di Laura Boella, Tre Lune, tra i primi editori italiani, diede il via a una serie di libri sul pensiero filosofico femminile. Analogamente, con “Ciak si mangia”, nel 2000 Salvatore Gelsi inaugurò il filone che abbina cinema e cucina, poi sfruttato da altri editori nazionali. In ventitré anni di attività Tre Lune ha pubblicato libri sempre di alta qualità, fino alle recenti, più volte elogiate dalla critica, “Lettere” di Lucrezia Borgia, anche lei in fama di “maledetta”, da cinque secoli e ingiustamente, forse. Parenti ha fatto tesoro dell’esperienza vissuta da ragazzo in tipografia. Sceglie con cura carta, caratteri tipografici e autori. Edito nel 2005 “Don Chisciotte e la risoluta volontà del sogno”, scritto da Antonio Moresco e illustrato da Alessandro Sanna, è composto con caratteri Bodoni e stampato su carta Bodonia delle Cartiere Fedrigoni. Del 2007 è “Il libro delle Bucoliche” di Virgilio, nella versione di Giorgio Bernardi Perini, con le illustrazioni di Giuliano Della Casa, impresso su carta vergata Cordenons. Di Parenti, «editore di stampo antico» scrive Bernardi Perini, è «l’eleganza dell’insieme e dei particolari, dal formato alla scelta dei caratteri, all’impaginazione», al punto da essere eletto come il «tecnologico erede della stirpe di Aldo», Aldo Manuzio (1449-1515), tra i maggiori editori di ogni tempo.

Su preziosa carta Fedrigoni è l’ultimo libro edito da Tre Lune: “Una tradizione architettonica” di Federico Bucci, prorettore del Polo di Mantova del Politecnico di Milano. Di Renzo Dall’Ara, il nostro maestro di giornalismo scomparso un anno fa, “Amarcord Mantova” è in uscita a gennaio con la Gazzetta. —

GILBERTO SCUDERI

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