Il festival “Segni”chiude con successo i suoi nove giorni: ben 15mila presenze
La direttrice organizzativa Colella: «Gli eventi sono stati quasi tutti soldout»
Serena Marchini
Si è chiusa, il 6 novembre, con quindicimila presenze in nove giorni l’edizione numero diciassette di Segni New Generations Festival.
Nelle ore tra sabato e domenica si è tenuto l’evento più originale della rassegna, lo “Sleep Concert”, un concerto di musica elettronica lungo una notte intera da fruire in fase Rem durante il sonno. Sacco a pelo e coperte, cinquanta persone di varie età (dai tredicenni ai giovani adulti) hanno dormito insieme nel grande spazio della chiesa sconsacrata nell’ex convento di Santa Lucia, lasciando contaminare i loro sogni dai suoni proposti dal duo di musica sperimentale Impero della Luce. A creare le armonie sono state le “voci” di oggetti elettronici di uso quotidiano, che racchiudono suoni impercettibili all’orecchio.
Con appositi strumenti di amplificazione, i musicisti hanno estratto le note nascoste di lampade da tavolo, orologi digitali, caricabatterie dei cellulari, ventilatori, spazzolini elettrici, adattatori, ognuno con un suo timbro e una sua frequenza. Per poi mixarli tra loro in diretta, creando così le tracce musicali che hanno fatto da colonna sonora ai sogni dei partecipanti, condivisi e discussi nella seconda parte dell’evento, all’alba durante la colazione.
L’allestimento minimal, ma mistico, composto da un grande faro a occhio di bue a ricreare una luna sulla parete di fondo della chiesa – curato (così come l’intero evento) dalla direttrice organizzativa di Segni Monica Colella – aggiunto al contrasto straniante tra musica elettronica e location religiosa, hanno fatto il resto. I risultati dell’esperimento hanno riservato sorprese.
Tanti partecipanti hanno raccontato sogni con soggetti simili, quasi tutti legati ad elementi naturali nonostante l’origine elettronica della musica. Per molti il mare, ma per qualcuno persino il sogno di trovarsi nel grembo materno. Lo “Sleep Concert” faceva parte delle attività del Padiglione M-Z, novità assoluta di Segni 2022 dedicata alle generazioni Millennial e Zeta.
«I feedback dei partecipanti sono stati entusiastici – commenta Monica Colella – Segni si è rivelato il luogo ideale dove parlare a varie proposte sperimentali sui nuovi linguaggi, che sappiano parlare a più generazioni». Soddisfazione anche per il bilancio generale della manifestazione. «Gli eventi sono stati quasi tutti soldout. – afferma la direttrice organizzativa - Siamo riusciti ad avvicinare nuovi spettatori oltre al pubblico consolidato, dai piccolissimi nati durante la pandemia fino ai ragazzi più grandi».
«Passata l’emergenza Covid, il festival ha ritrovato il suo posto in città e a livello internazionale, grazie alla presenza dei tanti operatori stranieri fondamentali per portare il “modello Segni” nel mondo – aggiunge la direttrice artistica Cristina Cazzola – Hanno funzionato le novità di quest’anno, dai padiglioni dedicati ai vari paesi, al progetto M-Z che ha proposto una visione iper-contemporanea e che sicuramente tornerà il prossimo anno».
Sabato si sono svolte le premiazioni del concorso artistico: ad aggiudicarsi il primo premio per le scuole, la scuola dell’infanzia Casa dei Bambini di Mantova. Secondo e terzo posto per Asilo Nido Ape Maya di Mantova e Scuola Infanzia Treves di Porto. Per quanto riguarda i disegni realizzati dai singoli bambini insieme alle famiglie, primo posto per Marzio Alfano, seguito da Ginevra Ghidini e Egle Portioli.
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