Venti incontri sul tema eterno di Thanatos per esaltare la vita
Al via la rassegna “Alla fine dei conti” con una conferenza sul valore della memoria
Camilla Sorregotti
Riflettere sulla morte per apprezzare la vita. Parte venerdì 20 gennaio la rassegna “Alla fine dei conti”, organizzata dall’associazione culturale Aretè: venti gli appuntamenti in programma fino a maggio. Il primo, alle 18.30 alla Casa del Mantegna, indagherà il tema “Memoria e Thanatos” attraverso il dialogo tra Andrea Renzato ed Elena Alfonsi (in collaborazione con l’Istituto mantovano di storia contemporanea).
Sette i comuni della provincia coinvolti – con Mantova anche Castiglione, Gonzaga, Marmirolo, Ostiglia, San Benedetto Po, Viadana – e uno oltre confine: Castelnuovo del Garda. Il tema della morte sarà trattato da diverse angolazioni.
Con “Bambini e Thanatos”, ad esempio, si cercherà di capire come poter parlare del lutto con i più piccoli, mentre con “Violenza e Thanatos” si discuterà di femminicidi. «Il progetto “Alla fine dei conti” è nato con una responsabilità territoriale – spiega Alfonsi, coordinatrice e ideatrice della rassegna – ossia la volontà di lavorare con e per il nostro territorio. Questa è la prima edizione in cui proponiamo eventi anche in provincia e non solo in città. Mi auguro sia un punto di partenza, perché i Comuni che quest’anno ospitano solo gli eventi, l’anno prossimo decidano di organizzare insieme quello che potremmo definire un appuntamento “personalizzato”».
La rassegna è organizzata con il patrocinio della Provincia, in collaborazione con i Comuni citati, il Politecnico di Milano, l’Università di Padova, il Telefono Bianco e la Lav. «I Comuni che ospiteranno gli eventi sono stati molti felici di poter porre l’attenzione su un tema che non passa mai di moda – interviene Alessandra Riccadonna, assessore del capoluogo al sistema bibliotecario – Viviamo in un periodo in cui si è molto sensibili verso questo argomento, vista la guerra in Ucraina, così vicina a noi».
Parlare di morte è necessario e non deve spaventare «perché serve per mantenere viva la memoria dei nostri cari. Il ricordo va coltivato non allontanato» aggiunge Alfonsi.
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