NebbiaGialla, tutte le sfumature del thriller: col festival Suzzara torna “capitale” del noir
Dal 10 al 12 febbraio. Roversi: «Avremo Irvine Welsh online e tanti autori con romanzi da cui sono state tratte serie tv»
Cristina del Piano
Il perimetro della provincia e un incrocio di storie che indagano la natura del male. Detective, profiler, vittime e omicidi tra le pagine di romanzi che restituiscono spesso realtà spietate. Generi diversi e narrazioni incalzanti.
Per tre giorni, dal 10 al 12 febbraio, Suzzara indosserà nuovamente i panni di capitale del noir, forte del suo appeal nei confronti di un pubblico sempre più interessato alla crime story. Al NebbiaGialla Noir Festival ventotto autori racconteranno i loro personaggi, mondi da esplorare, enigmi e misteri da risolvere.
Ed è l’ideatore e direttore artistico della rassegna, lo scrittore Paolo Roversi, che ha da poco dato alle stampe il nuovo romanzo Yellow diamonds (ed. Sem), ad anticipare le caratteristiche di questa diciassetesima edizione. «C’è grande attenzione da parte del pubblico e degli addetti ai lavori – spiega - e quest’anno oltre ai grandi scrittori italiani avremo l’autore di Trainspotting, Irvine Welsh, in collegamento online per la presentazione del suo romanzo “I lunghi coltelli” (Guanda)». E sarà un’edizione con tantissimi ospiti che hanno romanzi da cui sono state tratte serie televisive.
«Giusto per citarne alcuni ci saranno Marco Malvaldi (I delitti del BarLume), Maurizio De Giovanni (I bastardi di Pizzofalcone, Il commissario Ricciardi, Mina Settembre) e ancora Gabriella Genisi (Lolita Lobosco) - osserva Roversi - . Questo a dimostrazione di quanto le nostre storie siano adatte per la tv e il cinema e di come il genere interessi sempre più il pubblico. Perché ormai possiamo dire che il 55% dei libri che si vendono in Italia sono romanzi gialli ed è un genere che sta vivendo il suo massimo splendore». Dal poliziesco alla letteratura di spionaggio, dal thriller psicologico a quello legato a temi giudiziari.
«Sotto il cappello del giallo trovano spazio tantissime categorie e ognuna riesce ad avere la sua voce - conferma Roversi - ci sono periodi in cui un filone piace più di un altro, come è successo ad esempio con il giallo storico. C’è poi il cosy noir dove conta più la storia sentimentale rispetto al delitto o all’indagine. O il poliziesco procedurale dove la trama non dà un attimo di tregua. Quindi il giallo ha al suo interno tantissimi generi e i lettori sanno esattamente cosa scegliere».
E , per quanto concerne il format del festival, cosa è risultato vincente in questi anni ?
«Credo l’essere riusciti a costruire una comunità di lettori e di autori che hanno il piacere di ritrovarsi - spiega Roversi - la dimensione provinciale nel senso più positivo del termine è un punto di forza perché pubblico e scrittori amano darsi appuntamento a Suzzara, magari in mezzo alla nebbia, davanti a un piatto di tortelli ed essere lì solo per gli eventi. In molti prenotano prima e si fermano tre giorni perché la ritengono un’esperienza, un momento di confronto e arricchimento. Ci sono persone che, addirittura, comprano 10 o 20 libri e tornano l’anno dopo per fare la “ricarica” ». Per Roversi la forza della rassegna è stata quella di «cercare di cambiare senza cambiare». «In altre parole non sentiamo la necessità di mutare se non dal punto di vista tecnologico. Penso alle dirette, ai social. Su questo aspetto negli anni ci siamo rinnovati, ma la presentazione frontale dell’autore resta irrinunciabile. Ci siamo trasferiti al Dante e per gli eventi di punta abbiamo avuto anche 400 persone in sala. Riguardo il format - aggiunge - rispettiamo caratteristiche come i tempi degli incontri ridotti a un’ora per lasciare spazio alle domande, perché per noi il confronto col pubblico è molto importante».
Un pubblico in sala ma anche virtuale...... «Certo e quest’anno il festival sarà in diretta online su Facebook, YouTube e sul nostro sito. Ci siamo resi conto che ci sono migliaia di persone che ci guardano: 10-12-13 mila. E in più i video rimangono a disposizione di chi desidera vederli o rivederli, un servizio che rappresenta una sorta di archivio storico».
A dimostrazione della vivacità del festival ci sono anche i Premi (romanzi editi, romanzi e racconti inediti). «E mi piace ricordare - conclude Roversi - “Indaga detective”, un’antologia pubblicata da Piemme con dodici storie nere di autori diversi che hanno come protagonisti alcuni degli investigatori seriali più amati: i diritti sono stati devoluti alla Croce Rossa prima per l’emergenza Covid e poi per l’Ucraina. Quali desideri per il 2024? Avere al festival Don Winslow e Daniel Silva....direi quasi due sogni proibiti».
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