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Veronica Pivetti al Sociale di Mantova porta in scena i ruggenti anni ’20 del Novecento

Martedì al teatro Sociale lo spettacolo “Stanno sparando sulla nostra canzone”

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Martedì al Sociale di Mantova va in scena “Stanno sparando sulla nostra canzone”, di Giovanna Gra, con Veronica Pivetti, e con Brian Boccuni e Cristian Ruiz. I personaggi sono la fioraia Jenni Talento, il giocatore di poker Nino Miseria e il gangster Micky Malandrino. In poltrona e nei palchi saremo a New York negli anni ’20, del Novecento. Equazione: i ’20 di cent’anni fa stanno a X, come la fioraia Jenny sta a Veronica Pivetti. X è uguale a cosa? «Beh, potremmo dire che X è il periodo in cui viviamo - risponde l’attrice - ma non solo, perché in questa equazione c’è un elemento clandestino, la creatività. Tre elementi su quattro in questa equazione sono reali, esistenti: gli anni ‘20, i giorni nostri e Pivetti. Ma Jenny è frutto della fantasia dell’autrice perciò le regole saltano e ci si trova davanti a qualcosa di impossibile da far quadrare».

Però, se X è uguale a oggi, oggi cosa succede? Micky Malandrino chi potrebbe essere? E Nino Miseria? Sono caratteri universali, o propri e unici di questa pièce? «Micky Malandrino è il personaggio più complesso di questa pièce. È un gangster del passato ma rappresenta anche il futuro, infatti parla una lingua molto più moderna rispetto agli altri due personaggi. È crudele, demoniaco addirittura. Usa le persone e specula sui loro sentimenti, ama il denaro e il profitto. Nino Miseria è un randagio. E proprio come i randagi spolpa l’osso che trova per strada, che in questo caso è Jenny, la fioraia che interpreto io. A suo modo crede di amarla, ma è troppo immaturo, troppo poco “cresciuto” per essere affidabile. Jenny lo sa, prova a difendersi da questo amore, ma alla fine ci casca perché è molto bisognosa di amore anche lei! Jenny, Nino e Micky sono caratteri universali, sono tipi umani che esistono, anzi, sono proprio archetipi». Forse tutto è al tempo stesso materia e simbolo… «Jenny la fioraia è simbolo di tutte le donne. È una che fa fatica a trovare il suo posto nel mondo e che lotta per la propria dignità. È una che crede nei sentimenti, ma guai a deluderla. Riserva agli spettatori un finale assolutamente imprevedibile e inconsueto». La “nostra canzone”, quella nel titolo dello spettacolo, quale è? «La nostra canzone è tante canzoni, in realtà. In questo spettacolo ci sono molte canzoni tutte famosissime, bellissime e coinvolgenti, e tutte riarrangiate in maniera originale. Abbiamo fatto un grande lavoro col maestro Alessandro Nidi, col quale ho collaborato varie volte. Ci conosciamo bene, ci capiamo, ci piace sperimentare. In questa pièce testo e musica mandano avanti la storia in egual misura, si palleggiano la narrazione delle avventure di Jenny, Nino e Micky».

Pivetti, lei è già stata a Mantova? Se sì, cosa ricorda di bello? «Sono stata a Mantova più di una volta, l’ultima proprio col mio precedente spettacolo, “Viktor und Viktoria”. Di Mantova mi piace… Mantova! È bellissima, so di non dire niente di nuovo ma è così. E ricordo una mattina, la scorsa tournée, in cui mi svegliai molto presto e feci una passeggiata per le strade semi deserte… provai una sorta di intima malinconia struggente e pacificante che ricordo con grande piacere. Fu bellissimo». Biglietti online su Ticketone o al Sociale, in pazza Cavallotti 14.

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