Bottiglie mistiche in Sant’Andrea: apre la mostra “Arma Christi”
Cinquanta opere dal 1° aprile nella sacrestia della Compagnia del Preziosissimo Sangue
Gilberto Scuderi
In giro per mercatini il fotografo Gianni Bellesia, collezionista di immagini sacre di devozione popolare, diversi anni fa vide su una bancarella una bottiglia con dentro un crocefisso assieme a un santino e altri minuscoli oggetti di legno.
Domandò al venditore cosa fosse. La bottiglia era opera di un soldato in trincea durante la prima guerra mondiale, come preghiera per portare a casa la pelle, una specie di “per grazia ricevuta” preventiva. Bellesia approfondì l’argomento e in internet trovò altre bottiglie simili, che ora fanno parte della sua collezione privata e che dal primo aprile saranno esposte nella sacrestia della cappella della confraternita del Preziosissimo Sangue, a Mantova nella basilica di Sant’Andrea, con inaugurazione alle 15.30.
La mostra resterà aperta fino a Pasquetta tutti i giorni dalle 15.30 alle 17.30. Solo il Venerdì Santo l’apertura sarà al mattino dalle 10.30 alle 11.30, a causa dell’esposizione dei Sacri Vasi nel pomeriggio. Oltre a circa 40 bottiglie storiche, la mostra è arricchita da 10 realizzate da Bellesia durante il lockdown del Covid, che rappresentano i Sacri Vasi e ricostruzioni della crocifissione di Cristo. Insieme agli strumenti della Passione, il soggetto di tutte le bottiglie è la crocifissione. Dentro alcune sono costruiti degli altarini; in altre, con Cristo ci sono la Madonna e la Maddalena, nonché le croci dei due ladroni. Sono “bottiglie mistiche”, chiamate anche con un termine latino “Arma Christi” (questo è il titolo della mostra in Sant’Andrea). E anche “bottiglie della pazienza” (traduzione dal tedesco “Geduldsflaschen”) perché per farle ce ne vuole tanta.
Oltre che da soldati in attesa della battaglia, venivano fatte da marinai nei giorni di bonaccia e da carcerati. E anche da minatori, dalla fine del ’700 a tutto l’800 nell’area dell’ex impero austro-ungarico e in distretti minerari tedeschi: in una pubblicazione del Museo austriaco del folklore di Vienna (volume 17, maggio 1995) compaiono le “Bottiglie di pazienza del minatore”, con foto.
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