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Isa, il fumetto/25: Se Francesco vieta il tour, Isa pensa al pellegrinaggio

Casa e chiesa. Episodio 20 della striscia settimanale che pubblichiamo in collaborazione con Palazzo Ducale e Rulez

STEFANO L’OCCASO*
Aggiornato alle 2 minuti di lettura

Francesco II è prima chino sul tavolo, poi si alza per affrontare la moglie Isabella d’Este in una discussione che ha luogo in una stanza del Castello di Palazzo Ducale nota come Camerino delle Fiamme. La decorazione di questo ambiente è in effetti piuttosto curiosa e descritta nelle nostre tavole con ottima precisione.

Al centro della volta, una volta unghiata a sesto ribassato, è l’impresa del crogiolo, adottata dal marchese nel 1495: fu coniata da Francesco II, associata al motto “probasti Domine et cognovisti” (Signore, mi hai messo alla prova e conosciuto; Salmi, 138); le verghe d’oro sono calate nel crogiolo a saggiare la purezza del metallo, come allusione alla bontà della condotta del marchese. Nel caso specifico, l’impresa dipinta non è parlante: ossia, è priva del motto. Dal crogiolo si irradiano fiammelle che dal centro della volta calano fino all’imposta della stessa e oltre, sulle pareti, ad ammantare interamente l’ambiente. I peducci da cui s’imposta la volta dell’ambiente recano un’altra impresa, direi complementare: una “A” fiammeggiante, dove la lettera sta per “Amor”. Un piccolo dettaglio che nelle tavole disegnate non può trovare spazio, ma che rende assai curioso l’ambiente, purtroppo oggi non visitabile.

Sono quindi presenti nella sala, assieme, un’impresa ciascuno di marito e moglie. L’accostamento delle imprese dei due coniugi attesterebbe il fatto che l’impresa era sì qualcosa di personale, di individuale, ma che poteva anche essere concessa a stretti familiari.

Decorazioni di questo tipo, con un motivo – fiamme, frecce o altro – che s’irradia a pioggia dal centro della volta, sono presenti sia in Palazzo Ducale, che in altri edifici di primo Cinquecento, come Palazzo San Sebastiano. In particolare il motivo delle fiammelle sembra quasi richiamare l’iconografia della Pentecoste, laddove lo Spirito Santo normalmente è rappresentato discendere sotto forma di fiammelle. In Palazzo San Sebastiano, nella Camera dell’impresa del Crogiolo, questa impresa è associata proprio alla “A” fiammeggiante e ad altre imprese isabelliane, a dimostrare la permeabilità d’utilizzo di queste immagini simboliche.

In realtà, chi fa veramente fuoco e fiamme nel nostro fumetto è proprio la Marchesa, la quale, al diniego del marito, il quale le vieta di partire in viaggio “di piacere”, sbuffa come una pentola a pressione. Controllata l’esplosione d’ira, Isabella in pochi istanti ha già trovato il modo di gabbare il consorte. Eccola con il cellulare in mano, che scrive a Elisabetta Gonzaga e con la quale prepara un viaggio a Loreto, nelle Marche.

Il viaggio ebbe luogo nel 1494 e il pellegrinaggio al santuario fu il pretesto per visitare alcune corti del Rinascimento: la Bologna dei Bentivoglio, la Urbino dei Montefeltro, la Camerino dei Da Varano, tra le altre. Il viaggio toccò anche luoghi flagellati in questi giorni dal maltempo, ma di solito piacevolissime mete di svago: Rimini, Cesenatico, Pesaro, Senigallia. Quello che un po’ sorprende è che la Marchesa, a quasi un anno di distanza da quando l’abbiamo incontrata l’ultima volta, non abbia cambiato cellulare. Chissà se nei prossimi episodi batterà i piedi per avere un modello un po’ più moderno…

*Direttore del Palazzo Ducale di Mantova

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