
[[ge:rep-locali:repubblica:109134073]]
Gli ambienti. La Green Belt è suddivisa in quattro regioni: Fennoscandia, Baltica, Europa centrale e Balcanica. Fennoscandia comprende un milione di ettari di riserve naturali interconnesse, tra Norvegia, Russia e Finlandia, e si sviluppa dal Mare di Barents sino al Mar Baltico. La natura è quella tipica dell'estremo nord: licheni, muschi e arbusti nani, la taiga con le sue foreste di conifere, rifugio per i grandi mammiferi come l'orso bruno e l'alce, vaste zone umide, paludi e laghi.
Lungo la costa del Baltico la cintura attraversa diversi habitat marini subacquei e una costa variegata, con grandi sistemi di dune, lunghe spiagge, scogliere e lagune solitarie. Ampie aree militari hanno rappresentato una riserva per milioni di uccelli migratori e molti animali marini, come la foca grigia e la foca dagli anelli. Dai primi anni Novanta, tuttavia, le coste sono sottoposte a forti pressioni per il loro sviluppo e sfruttamento. Qui la salvaguardia delle risorse naturali e storiche rappresenta una grande sfida.
La Green Belt centro europea attraversa una molteplicità di paesaggi culturali, parzialmente sfruttati dall'agricoltura intensiva. Corre lungo il Massiccio boemo con i suoi parchi ricchi di foreste, si sviluppa lungo grandi fiumi e le pianure alluvionali della Mura e della Drava. Infine, segue la dorsale delle Caravanche e delle Alpi Giulie, terminando sul mare Adriatico. L'ultimo tratto corre lungo il confine tra il Friuli Venezia Giulia e la Slovenia. In soli 200 chilometri racchiude una moltitudine di paesaggi: Alpi e Prealpi con ampi corridoi naturali, fasce collinari ricche di vigneti, il Carso e il golfo di Trieste.
I Balcani, la parte più meridionale della Green Belt, sono ricchi di biodiversità ed endemismi. Questa sezione è caratterizzata da un mosaico estremamente eterogeneo di paesaggi naturali: ecosistemi alpini incontaminati, foreste e habitat steppici, laghi e zone costiere. Una moltitudine di piante e specie animali, tuttavia, è minacciata dalle attività dell'uomo. Sopra le dolci colline del Sakar, lungo il confine tra Bulgaria e Turchia, volteggia l'aquila imperiale, mentre enormi foreste ospitano predatori rari come la lince dei Balcani.
I progetti. Fin dagli anni Settanta, in diverse zone d'Europa, soprattutto in Germania, gli ambientalisti hanno posto la loro attenzione sulla natura e sulla fauna selvatica che hanno proliferato lungo la Cortina di ferro, ma è solo nel 2003 che nasce la "European Green Belt Initiative", dalla fusione di diverse iniziative regionali già esistenti. Con fondi dell'Unione Europea, di Stati limitrofi e con risorse regionali, si stanno concretizzando progetti di carattere multinazionale. L'obiettivo principale è la tutela della Green Belt come corridoio ecologico e paesaggio della memoria attraverso gli strumenti della cooperazione transfrontaliera, del coinvolgimento delle popolazioni locali e delle Ong e della promozione di uno sviluppo regionale sostenibile. Una delle priorità è la riduzione dei cosiddetti gap, le aree non tutelate soggette spesso a interessi che contrastano con la salvaguardia della natura e che spezzano la continuità del corridoio ecologico.
Anche il nostro Paese, nel 2013, ha aderito all'iniziativa. La regione Friuli Venezia Giulia e il Ceta (Centro di ecologia teorica e applicata di Gorizia) rappresentano l'Italia in una rete di 15 Paesi che si impegnano a operare insieme per la protezione e la valorizzazione dell'ambiente, sbriciolando vecchi confini e antiche storie di guerre.
Esempi di recupero, riconversione e valorizzazione delle aree e delle strutture militari dismesse sono già realtà soprattutto lungo la sezione Baltica e quella centro europea. In Lettonia le basi militari sovietiche occupavano circa il 10% del territorio, le coste del mar Baltico venivano letteralmente pettinate per scoprire eventuali ingressi o fughe di persone, solo poche aree erano visitabili durante il giorno e di notte le spiagge erano inaccessibili e illuminate da gigantesche postazioni faro. Proprio grazie alle servitù militari la costa baltica è ancora incredibilmente intatta: il progetto "Baltic Green Belt" punta a uno sviluppo regionale sostenibile attraverso l'incremento del turismo nature friendly.
In Germania (ma non solo) la EGB costituisce un monumento vivente che ricorda la storia recente dell'Europa. Attraverso il progetto "Experience Green Belt" e grazie al supporto di numerosi partner competenti in ecologia, turismo sostenibile e marketing, si sono portate a termine numerose azioni, che vanno dal recupero di infrastrutture militari (torri di avvistamento, vecchi villaggi distrutti dal regime della Ddr) alla realizzazione di percorsi naturalistici.
Un progetto trilaterale tra Italia, Slovenia e Austria mira alla conservazione dell'orso bruno, del lupo, della lince e del gatto selvatico. Lungo i confini degli stessi Paesi è prevista la creazione di una pista ciclabile che si congiunga alla EuroVelo 13, la ciclabile paneuropea che percorre l'intera Cortina di ferro dalla Norvegia alla Turchia.