Molte conferme, qualche sorpresa e un quadro in chiaroscuro dove le luci prevalgono sulle ombre. La ricerca "L'A Bi Ci della ciclabilità", realizzata da Legambiente in collaborazione con Rete Mobilità Nuova, ha fatto un'istantanea degli spostamenti in bicicletta nelle principali cento città italiane da cui emerge un dato incoraggiante per chi pedala: il numero di ciclisti urbani che si spostano quotidianamente in bici è in costante crescita. Certo non in tutta Italia e non dappertutto con la stessa intensità, ma è interessante notare come ben 20 città del Belpaese possano vantare performance di iclabilità di livello europeo, con percentuali di spostamenti in bicicletta compresi tra il 28 e il 10 per cento sul totale degli spostamenti urbani. Il dossier, presentato a Roma presso la sede del Ministero dell'Ambiente, lancia la seconda edizione di VeloLove, il festival nazionale del ciclismo urbano che dal primo maggio al 7 giugno propone tante iniziative a pedali in tutta Italia.
Bolzano e Pesaro in testa. Al primo posto a pari merito nella classifica delle città dove si pedala di più troviamo Bolzano e Pesaro con una percentuale del 28 per cento: qui più di un quarto degli spostamenti in ambito urbano si effettua in sella a una bici. Un ottimo risultato per l'italia che non sfigura se paragonato con l'Europa, essendo uguale a quello che si registra in città a misura di bicicletta come Friburgo (Germania), Uppsala (Svezia) e Bruges (Belgio). Una buona performance frutto di precise strategie locali per favorire la mobilità nuova sui percorsi che si sviluppano all'interno del centro abitato: Bolzano ha creato, nel tempo, una sorta di grande anello ciclabile che unisce la varie zone della città; dal canto suo Pesaro ha lavorato su un'infrastruttura leggera e sulla comunicazione creando la Bicipolitana, una metropolitana di superficie dove al posto delle rotaie ci sono percorsi ciclabili ben identificati che si sviluppano su una rete di quasi 80 chilometri. L'Italia sui pedali. Le altre città italiane dove, in media, più di un cittadino su cinque si sposta in bicicletta sono Ferrara (27 per cento), Treviso (25), Ravenna (22), Rimini (21).
L'impressione che si ricava dalla ricerca è che in molte città, concentrate soprattutto al Centro Nord, sia "bici boom": Piacenza, Sondrio, VeneziaMestre dove l'uso delle due ruote ecologiche nei giorni feriali sta raggiungendo livelli interessanti. La percentuale di mobilità soddisfatta dalla bici è positiva, da anni, anche in realtà urbane come Pordenone, Biella, Pavia, Reggio Emilia, Novara, Padova, Pisa e Cremona. Intanto i servizi di bike sharing sono attivi in 58 città con oltre 1.000 punti di prelievo e quasi 10mila biciclette in condivisione e proprio il bike sharing in virtù della sua diffusione sia in termini di numero di utenti sia di utilizzi compare tra le new entry del paniere di riferimento Istat per la rilevazione dei prezzi al consumo.
L'onda lunga della mobilità nuova. Il dossier "L'A Bi Ci della ciclabilità" delinea un cambiamento degli stili di mobilità all'interno delle aree urbane, come sottolinea Legambiente: "C'è una forte insofferenza rispetto a una quotidianità fatta spesso di ingorghi, smog, stress, tempo perso nel traffico e così chi pedala prende sempre più spazio. Se oggi ben 17 città italiane hanno una mobilità ciclabile che soddisfa tra il 15 e il 30 per cento della domanda di trasporto vuol dire che il ciclismo urbano non è più un fenomeno di nicchia". Un cambiamento favorito quindi, più che dalla crisi economica, proprio dal declino del paradigma "autocentrico" basato sul mezzo privato motorizzato che ha fatto il suo tempo, come testimoniano le politiche attive di molti Comuni per disincentivare l'uso dell'auto nei centri storici, migliorare la qualità dell’aria e decongestionare le strade dal traffico.
Reggio Emilia è la più ciclabile. Legambiente, elaborando i dati forniti dai Comuni, ha costruito un indicatore in grado di valutare l'offerta ciclabile di una città considerando le diverse tipologie di piste (in sede propria, in corsia riservata, sul marciapiede, promiscue bici/pedoni) oltreché le zone con moderazione di velocità a 20 e 30 chilometri orari e l'estensione delle isole ciclopedonali. L'indice delle ciclabili equivalenti si esprime in "metri ogni cento abitanti" e misura la lunghezza di tutti i percorsi accoglienti per la bici. Al primo posto c'è Reggio Emilia con 39,03, seguita da Cremona (30,14), Mantova (26,74), Lodi (26,65) e Verbania (24,24). Nelle grandi città c'è ancora molto da fare, come si evince dalla classifica: Torino è 47esima con un indice di 4,32, Roma 55esima con 3,38, Milano 65esima con 2,38 e Napoli 89esima con 0,29.
Moderazione velocità e pedonalizzazioni. Mettendo a confronto le classifiche delle città più a misura di bicicletta con quelle in cui si pedala di più ci si rende conto che non c'è simmetria: le infrastrutture ciclabili aiutano, ma da sole non bastano a "fare i ciclisti" favorendo gli spostamenti quotidiani in sella. Per rendere una città pedalabile, suggerisce lo studio di Legambiente, bisogna agire sull'intera mobilità: ciclisti, pedoni e trasporto pubblico crescono dove andare in auto diventa l'opzione meno facilitata. La moderazione della velocità nei centri abitati a 30 chilometri orari (o a 20 in punti più delicati come
davanti alle scuole) e le isole pedonali rappresentano ingredienti fondamentali per rendere le strade urbane più sicure per tutti gli utenti, a partire proprio dai pedoni e dai ciclisti: i più vulnerabili, che oggi reclamano il proprio spazio sulla strada a grandi passi e a colpi di pedale.
Bolzano e Pesaro in testa. Al primo posto a pari merito nella classifica delle città dove si pedala di più troviamo Bolzano e Pesaro con una percentuale del 28 per cento: qui più di un quarto degli spostamenti in ambito urbano si effettua in sella a una bici. Un ottimo risultato per l'italia che non sfigura se paragonato con l'Europa, essendo uguale a quello che si registra in città a misura di bicicletta come Friburgo (Germania), Uppsala (Svezia) e Bruges (Belgio). Una buona performance frutto di precise strategie locali per favorire la mobilità nuova sui percorsi che si sviluppano all'interno del centro abitato: Bolzano ha creato, nel tempo, una sorta di grande anello ciclabile che unisce la varie zone della città; dal canto suo Pesaro ha lavorato su un'infrastruttura leggera e sulla comunicazione creando la Bicipolitana, una metropolitana di superficie dove al posto delle rotaie ci sono percorsi ciclabili ben identificati che si sviluppano su una rete di quasi 80 chilometri. L'Italia sui pedali. Le altre città italiane dove, in media, più di un cittadino su cinque si sposta in bicicletta sono Ferrara (27 per cento), Treviso (25), Ravenna (22), Rimini (21).
L'impressione che si ricava dalla ricerca è che in molte città, concentrate soprattutto al Centro Nord, sia "bici boom": Piacenza, Sondrio, VeneziaMestre dove l'uso delle due ruote ecologiche nei giorni feriali sta raggiungendo livelli interessanti. La percentuale di mobilità soddisfatta dalla bici è positiva, da anni, anche in realtà urbane come Pordenone, Biella, Pavia, Reggio Emilia, Novara, Padova, Pisa e Cremona. Intanto i servizi di bike sharing sono attivi in 58 città con oltre 1.000 punti di prelievo e quasi 10mila biciclette in condivisione e proprio il bike sharing in virtù della sua diffusione sia in termini di numero di utenti sia di utilizzi compare tra le new entry del paniere di riferimento Istat per la rilevazione dei prezzi al consumo.
L'onda lunga della mobilità nuova. Il dossier "L'A Bi Ci della ciclabilità" delinea un cambiamento degli stili di mobilità all'interno delle aree urbane, come sottolinea Legambiente: "C'è una forte insofferenza rispetto a una quotidianità fatta spesso di ingorghi, smog, stress, tempo perso nel traffico e così chi pedala prende sempre più spazio. Se oggi ben 17 città italiane hanno una mobilità ciclabile che soddisfa tra il 15 e il 30 per cento della domanda di trasporto vuol dire che il ciclismo urbano non è più un fenomeno di nicchia". Un cambiamento favorito quindi, più che dalla crisi economica, proprio dal declino del paradigma "autocentrico" basato sul mezzo privato motorizzato che ha fatto il suo tempo, come testimoniano le politiche attive di molti Comuni per disincentivare l'uso dell'auto nei centri storici, migliorare la qualità dell’aria e decongestionare le strade dal traffico.
Reggio Emilia è la più ciclabile. Legambiente, elaborando i dati forniti dai Comuni, ha costruito un indicatore in grado di valutare l'offerta ciclabile di una città considerando le diverse tipologie di piste (in sede propria, in corsia riservata, sul marciapiede, promiscue bici/pedoni) oltreché le zone con moderazione di velocità a 20 e 30 chilometri orari e l'estensione delle isole ciclopedonali. L'indice delle ciclabili equivalenti si esprime in "metri ogni cento abitanti" e misura la lunghezza di tutti i percorsi accoglienti per la bici. Al primo posto c'è Reggio Emilia con 39,03, seguita da Cremona (30,14), Mantova (26,74), Lodi (26,65) e Verbania (24,24). Nelle grandi città c'è ancora molto da fare, come si evince dalla classifica: Torino è 47esima con un indice di 4,32, Roma 55esima con 3,38, Milano 65esima con 2,38 e Napoli 89esima con 0,29.
Moderazione velocità e pedonalizzazioni. Mettendo a confronto le classifiche delle città più a misura di bicicletta con quelle in cui si pedala di più ci si rende conto che non c'è simmetria: le infrastrutture ciclabili aiutano, ma da sole non bastano a "fare i ciclisti" favorendo gli spostamenti quotidiani in sella. Per rendere una città pedalabile, suggerisce lo studio di Legambiente, bisogna agire sull'intera mobilità: ciclisti, pedoni e trasporto pubblico crescono dove andare in auto diventa l'opzione meno facilitata. La moderazione della velocità nei centri abitati a 30 chilometri orari (o a 20 in punti più delicati come
davanti alle scuole) e le isole pedonali rappresentano ingredienti fondamentali per rendere le strade urbane più sicure per tutti gli utenti, a partire proprio dai pedoni e dai ciclisti: i più vulnerabili, che oggi reclamano il proprio spazio sulla strada a grandi passi e a colpi di pedale.