
Secondo stime della Commissione europea, in un modello di economia circolare - basato sulla razionalizzazione del ciclo produttivo, sull'innovazione spinta e sul recupero degli scarti - il risparmio di materie prime per l'industria europea nel 2025 potrebbe essere almeno del 14% a parità di produzione, una percentuale equivalente a circa 400 miliardi di euro, mentre per l'Italia i benefici possono essere misurati in 12 miliardi di euro.
Sono i numeri emersi, al convegno di Ecomondo "La nuova economia dei rifiuti. Soluzioni industriali e prospettive verso l'economia circolare", organizzato dal magazine Materia Rinnovabile e da Edizioni Ambiente in occasione del primo anniversario della rivista sull'economia circolare.
"Per realizzare il cerchio virtuoso dell'economia circolare occorre affrontare in modo organico e innovativo il tema dei sistemi di gestione dei prodotti a fine vita", commenta Roberto Coizet, presidente di Edizione Ambiente. "Oggi in Europa solo il 40% dei rifiuti - e solo per alcune categorie - viene raccolto e avviato al riutilizzo, o al riciclo, o al recupero energetico, o al compostaggio. Molti rifiuti sfuggono al controllo e finiscono all'estero, in teoria per essere valorizzati ma spesso per essere inghiottiti in circuiti illegali che provocano un doppio danno: da una parte si perde la possibilità di usare in maniera corretta quei materiali preziosi, che vengono sprecati attraverso il cattivo uso, dall'altra si arricchiscono i canali dell'ecomafia e si aumenta il rischio ambientale e sanitario per le popolazioni coinvolte".