In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Nucleare, in Italia in ballo 90 mila metri cubi di scorie

Scheda. Stime dell'Ispra sui rifiuti radioattivi presenti nel nostro paese: dalla ricerca alla medicina fino ad arrivare alle vecchie centrali nucleari

1 minuti di lettura
ROMA - Dalla ricerca alla medicina fino ad arrivare alle vecchie centrali nucleari. L'Italia fa i conti con i rifiuti radioattivi e in ballo ci sono circa 90mila metri cubi di rifiuti radioattivi. Secondo le stime (dicembre 2013) dell'Ispra, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, elaborate sulla base dei dati forniti dagli operatori e pubblicate nell'Annuario dei dati ambientali 2014-2015, il totale dei rifiuti radioattivi attualmente presenti in Italia è di 30.025 metri cubi. Sono così ripartiti: 9.973 dalle centrali nucleari, inclusi alcuni rifiuti da attività preliminari di smantellamento già prodotti; 6.874 dagli impianti del ciclo del combustibile (fabbricazione, riprocessamento, ecc...); 4.270 dalla ricerca; 8.908 di origine medica e industriale.

Questi rifiuti, dunque, spiega l'Istituto, derivano per la maggior parte, dal pregresso programma nucleare e si trovano nelle installazioni gestite dalla Sogin - ex Centrali nucleari di Trino, Garigliano, Latina e Caorso, impianti ex Enea, Eurex di Saluggia, Itrec della Trisaia (Matera) e impianti Plutonio e Opec presso il Centro della Casaccia (Roma) - nel Deposito Avogadro di Saluggia (Vercelli) e nelle installazioni del Centro Comune di Ricerche di Ispra (Varese) della Commissione Europea.

A quelli presenti - segnala l'Ispra - si aggiungeranno, nel prossimo futuro, i rifiuti che saranno generati dallo smantellamento delle installazioni nucleari. Secondo la Sogin, dunque, in totale bisognerà fare i conti con circa 90 mila metri cubi di rifiuti radioattivi: 75.000 metri cubi di rifiuti radioattivi a bassa e media attività e circa 15.000 metri cubi di rifiuti ad alta attività, derivanti dallo smantellamento delle installazioni nucleari. Inoltre, saranno custoditi i circa 1.000 metri cubi di combustibile non riprocessabile, materie nucleari non cedibili a terzi e residui del riprocessamento del combustibile (separazione di materiale riutilizzabile da rifiuto) effettuato all'estero.