
Questi rifiuti, dunque, spiega l'Istituto, derivano per la maggior parte, dal pregresso programma nucleare e si trovano nelle installazioni gestite dalla Sogin - ex Centrali nucleari di Trino, Garigliano, Latina e Caorso, impianti ex Enea, Eurex di Saluggia, Itrec della Trisaia (Matera) e impianti Plutonio e Opec presso il Centro della Casaccia (Roma) - nel Deposito Avogadro di Saluggia (Vercelli) e nelle installazioni del Centro Comune di Ricerche di Ispra (Varese) della Commissione Europea.
A quelli presenti - segnala l'Ispra - si aggiungeranno, nel prossimo futuro, i rifiuti che saranno generati dallo smantellamento delle installazioni nucleari. Secondo la Sogin, dunque, in totale bisognerà fare i conti con circa 90 mila metri cubi di rifiuti radioattivi: 75.000 metri cubi di rifiuti radioattivi a bassa e media attività e circa 15.000 metri cubi di rifiuti ad alta attività, derivanti dallo smantellamento delle installazioni nucleari. Inoltre, saranno custoditi i circa 1.000 metri cubi di combustibile non riprocessabile, materie nucleari non cedibili a terzi e residui del riprocessamento del combustibile (separazione di materiale riutilizzabile da rifiuto) effettuato all'estero.