
Bruxelles non nasconde il proprio "rammarico" sulla mancata decisione da parte dei Partner Ue, "nonostante gli sforzi intrapresi nelle ultime settimane per soddisfare le richieste e le preoccupazioni di un certo numero di governi nazionali, nonché dal Parlamento europeo". L'Esecutivo dovrebbe quindi tradurre in atto legislativo la sua proposta di rinnovare l'autorizzazione alla sostanza attiva del glifosato per un massimo di 18 mesi, in attesa del parere dell'Agenzia europea per la chimica, l'Echa. In favore di questa proposta si sono oggi pronunciati 19 Stati membri, sette si sono astenuti (Italia, Germania, Bulgaria, Austria, Grecia, Lussemburgo e Portogallo), mentre Malta e Francia hanno votato contro.
Tuttavia, spiegano fonti comunitarie all'ANSA, "con il nuovo clima politico creatosi dopo il voto pro-Brexit non si può escludere che la Commissione Ue modifichi la sua proposta iniziale, o ancora che non rinnovi l'autorizzazione, lasciando un periodo (in generale sei mesi) di transizione". Una decisione in questo senso provocherebbe l'alzata di scudi delle organizzazioni agricole e cooperative dell'Ue.
Il nodo da sciogliere è a livello scientifico. Il glifosato è stato classificato come 'probabilmente cancerogeno' dall'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc), mentre è stato definito "probabilmente non cangerogeno" dall'Efsa. Per il Comitato di esperti sui residui di pesticidi nei cibi e nell'ambiente di Fao e Oms invece, è "improbabile che l'assunzione di glifosato attraverso la dieta sia cancerogena per l'uomo". Intanto il Gruppo dei Verdi/Ale al Parlamento Ue ha oggi definito "vigliacco" l'atteggiamento degli Stati membri di non pronunciarsi contro l'uso del glifosato, ritenendo che l'Esecutivo Ue si prepari ad un rinnovo dell'autorizzazione. Anche per Greenpeace "la Commissione è in procinto di concedere al glifosato un'ulteriore proroga, per questo chiedono "un piano d'uscita dall'uso del glifosato".