
Secondo quanto stabilito, i limiti nazionali delle emissioni per ciascun inquinante dal 2020 al 2029 sono identici a quelli per cui gli stati membri sono già impegnati nel protocollo di Gothenburg rivisto, mentre sono state concordate riduzioni per il post 2030. In questo modo l'impatto sulla salute dell'inquinamento dell'aria dovrebbe essere ridotto del 50% nel 2030, prendendo come paragone il 2005. Inoltre verranno identificati livelli indicativi di emissioni per il 2025 per ogni stato membro, determinati sulla base di una traiettoria lineare verso i limiti da applicare a partire nel 2030. In caso di deviazione, i Paesi dovranno spiegare perché e prendere provvedimenti correttivi, anche se è prevista una certa flessibilità in determinate circostanze in caso di estati torride o inverni rigidi per cui si potrà fare la media con le emissioni dell'anno precedente e successivo.
"Dopo anni di negoziati siamo stati in grado di raggiungere questo accordo nell'ultimo giorno della presidenza olandese per tutta le gente in Europa", ha dichiarato il ministro olandese per l'ambiente Sharon Dijksma. Questo, ha sottolineato il commissario Ue all'ambiente Karmenu Vella parlando di "negoziati difficili e complessi", infatti "taglierà della metà" le morti premature nell'Ue dovute all'inquinamento dell'aria, oltre a permettere "risparmi diretti all'economia grazie a meno giorni di lavoro persi, minori costi per la sanità e investimenti in nuove tecnologie e crescita verde".