
Il progetto - messo in piedi da Eataly World, una società 50% Eataly 50% Coop - ha radici agricole e prospettive tecnologiche. Da una parte il recupero della biodiversità, dall'altra il tetto fotovoltaico più grande d'Europa: 11 megawatt che il prossimo anno arriveranno a 15 con la copertura dei parcheggi e del nuovo mercato. In mezzo 40 laboratori di trasformazione del cibo che verrà prodotto, lavorato e consumato sul posto.
"Agricoltura significa anche paesaggio, biodiversità, turismo e messa in sicurezza del patrimonio naturale", spiega Andrea Segré, presidente della Fondazione Fico. "E l'agricoltura biodinamica incoraggia a coltivare una dimensione spirituale nel legame intimo con la terra, a tutto vantaggio della qualità degli alimenti e della fertilità futura dei nostri campi. Come preside della facoltà di Agraria dell'università di Bologna avevo siglato un pionieristico accordo con i produttori biologici e biodinamici di Federbio. Ora è arrivato il momento di rendere visibili e accessibili a tutti queste possibilità".
"Qui, al vecchio mercato ortofrutticolo Bologna, si trattava di riconvertire un suolo, di risanare i danni prodotti dalla cementificazione", aggiunge Carlo Triarico, presidente dell'Associazione per l'agricoltura biodinamica e vicepresidente di Federbio. "Per questo oggi abbiamo utilizzato la sapienza contadina cominciando con un sovescio, cioè piantando essenze che servono a risanare il terreno, a restituirgli vitalità. E ne abbiamo piantate di 30 tipi perché la diversità serve a dare forza: una pianta aiuta l'altra e tutto il gruppo cresce più forte".
Il Parco del cibo, con 200 animali e 2 mila cultivar tipici, offrirà l'opportunità di conoscere l'agricoltura italiana attraverso coltivazioni a bassissimo impatto ambientale, fra cui il piccolo appezzamento biodinamico seminato oggi. Quest'area esterna sarà collegata a uno spazio interno dedicato all'agricoltura del futuro, quella capace di potenziare l'attività biologica del terreno e l'equilibrio dell'organismo agricolo.