
"Inoltre il 70% delle nostre donazioni riguarda prodotti freschi e freschissimi: è un modello praticamente a chilometri zero dal punto vendita grazie alla capillarità della rete di associazioni coinvolte e alla legge Gadda che semplifica le procedure: è una norma che può fare da battistrada in Unione Europea nel momento in cui si stanno definendo le linee-guida sulla donazione di cibo", spiega Stefano Bassi, presidente Ancc-Coop.
Il trend positivo ci sta facendo guadagnare posizioni in Europa: gli italiani quanto a chili di rifiuti pro capite l'anno sono a quota 164: meglio dei Paesi del Nord (187 chili la Svezia, 184 la Norvegia, 180 la Finlandia), della Spagna (179), della Germania (171). E soprattutto mostrano una maggiore propensione a leggere le etichette e dunque a controllare le date di scadenza: lo fa sempre il 67% degli italiani rispetto al 58 degli europei.
La conferma del miglioramento arriva dall'Osservatorio Waste Watcher (Last Minute Market / Swg): la sensibilizzazione intorno al tema spreco cresce e la raccolta aumenta. Sette persone su 10 sono a conoscenza della nuova normativa - e oltre il 91% considera grave e allarmante la questione spreco legata al cibo, mentre l'81% dei cittadini si dichiara consapevole che il cambiamento deve avvenire partendo da stessi e dalla propria famiglia, nel quotidiano.
"L'impegno attuato finora sta dando i suoi frutti: il 96% degli italiani insegna ai figli a non sprecare. Ma lo sperpero domestico vale l'80% del totale: c'è ancora molto lavoro resta da fare", aggiunge il direttore scientifico di Spreco Zero, Andrea Segrè. "Fra i nostri obiettivi prioritari c'è la proclamazione di un Anno europeo sullo spreco alimentare, una questione globale richiede campagne capillari perlomeno a livello dei paesi Ue".
Una piena applicazione della legge Gadda, cioè l'azzeramento dello spreco alimentare, darebbe un contributo importante anche in termini economici. Vale infatti oltre 3,5 miliardi di euro annui lo spreco alimentare nella sola filiera produttiva e distributiva, ovvero dai campi (946 milioni di euro) alla produzione industriale (1,12 miliardi di euro) passando per la distribuzione (1,44 miliardi di euro). Cifre in sé importanti, ma sommandole allo spreco alimentare domestico si arriva a oltre 15,5 miliardi di euro gettati ogni anno: circa l'1% del Pil.