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Rischiamo di vedere sempre meno rondini: uccelli migratori minacciati dal riscaldamento globale

Il deserto Sud Sahariano cresce di anno in anno allungando la durata del tragitto che le specie migratrici percorrono per raggiungere l’Europa

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Rondine (foto: Luigi Sebastiani)
Rondine (foto: Luigi Sebastiani) 
È SEMPRE più difficile la convivenza tra uomo e natura. Il campanello d'allarme risuona inascoltato per gli uccelli migratori, i grandi viaggiatori della Terra, che di anno in anno diminuiscono, in maniera inesorabile. Vivono letteralmente la fatica di essere migranti. Negli ultimi anni 200 specie di volatili nomadi sono stati classificati come globalmente minacciati, mentre il 40% delle specie migratrici sono in diminuzione.
 
Tra le principali cause ci sono la perdita e il degrado dell'habitat, il rischio di collisione con le turbine eoliche e le linee elettriche posizionate in modo sbagliato, l'eccessivo sviluppo non sostenibile delle risorse naturali e ovviamente l’uccisione e la cattura illegale di volatili. Ma il massimo comun denominatore di questa vera e propria ecatombe è il riscaldamento globale del Pianeta.
 [[ge:rep-locali:repubblica:196725361]]"Le nostre amate rondini – dichiara Marco Gustin, responsabile Specie e Ricerca della Lipu –, come anche il balestruccio o il topino, stanno diminuendo a ritmo costante. Le loro migrazioni sono a ciclo continuo. Vivono in Africa dalla metà di ottobre alla metà di marzo, mentre nei restanti sei mesi migrano verso l'Europa. Il deserto Transahariano è la loro casa invernale che per il riscaldamento globale si sta allargando verso Sud. Quindi raggiungere i luoghi dove svernare è sempre più faticoso: le distanze tra Sahara ed Europa aumentano e gli uccelli nel percorso consumano preziose energie. Tanto che molti non sopravvivono, soprattutto le nuove generazioni".
 
Un'emergenza ricordata dalla campagna globale di sensibilizzazione e educazione sostenuta dall'Onu per la Giornata mondiale degli uccelli migratori, che pone l’accento sulla necessità di una cooperazione internazionale. "Gli uccelli migratori connettono persone, ecosistemi e nazioni. Sono simboli di pace e di un pianeta unito. I loro epici viaggi ispirano persone di tutte le età, in tutto il mondo", ha sottolineato il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres.
Fenicotteri
Fenicotteri 
"C'è da dire – conclude Marco Gustin - che il processo è quasi irreversibile: siamo noi uomini la causa di questo dramma ambientale. Occupiamo ogni giorno più spazio fisico, riducendo le zone naturali a disposizione della flora e della fauna. Solo in Italia siamo 60 milioni di persone che volenti o nolenti incidono sull’ambiente. Più cresceremo senza rispettare la natura e più il Pianeta ne risentirà".