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Opere idriche bloccate dalla burocrazia, a rischio i fondi dell'Unione Europea

Allarme dei Consorzi di bonifica, costruttori, sindacati e ricercatori: "Stiamo per perdere 300 milioni di euro"

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LO STALLO burocratico in Italia mette a rischio miliardi di euro che l'Unione europea ha destinato per la realizzazione di strutture idriche, utili da un lato allo sviluppo dell'agricoltura, dell'occupazione, del turismo, dell'agroindustria e del made in Italy e dall'altro a preservare e razionalizzare la risorsa acqua dalla scarsità minacciata dai cambiamenti climatici. L'allarme arriva da una inconsueta alleanza fra i Consorzi di bonifica, i costruttori edili, i sindacati e i ricercatori che propongono un patto per il Paese con l'obiettivo di usare al meglio le risorse e velocizzare i cantieri.

L'apertura dei cantieri per la realizzazione di opere "è bloccata dalle pastoie burocratiche - ha spiegato Francesco Vincenzi, presidente Anbi (Associazione nazionale consorzi gestione e tutela del territorio e acque irrigue) - considerati i tempi tecnici necessari agli adempimenti e alla realizzazione dei lavori, è forte il pericolo di non riuscire a rispettare la scadenza del 2023 per la rendicontazione come indicato dagli organi comunitari. Si tratta di 300 milioni di euro, destinati ad interventi per l'irrigazione e per la sistemazione del territorio e di altri 300, per gli stessi obbiettivi, ma per i quali da mesi è attesa l'uscita dei bandi".