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Mappato il genoma dei koala, nuove speranze per proteggere la specie

Scoperte le informazioni che contengono gli oltre 26.000 geni e che saranno essenziali per migliorare le strategie per la sua sopravvivenza e per curare le malattie che lo colpiscono, come la clamidia

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IL CODICE genetico del koala, simbolo internazionale della conservazione della natura, non è più un mistero: scoperte le informazioni che contengono gli oltre 26.000 geni e che saranno essenziali per migliorare le strategie per la sua sopravvivenza e per curare le malattie che lo colpiscono. L'impresa si deve al Consorzio per il Genoma del Koala, guidato da Rebecca Johnson dell'Istituto di Ricerca del Museo Australiano e da Katherine Belov dell'Università di Sydney, che ha pubblicato i risultati sulla rivista Nature Genetics.

Il progetto di sequenziamento del Dna del koala è partito nel 2013 e vi partecipano 54 scienziati provenienti da 29 istituzioni di sette Paesi. I ricercatori hanno analizzato oltre 3,4 miliardi di coppie di basi, i mattoncini che costituiscono la doppia elica del Dna, e più di 26.000 geni, che rendono il genoma del koala leggermente più grande di quello umano, facendo luce sulla biologia unica di questo marsupiale. Tutti i dati ottenuti sono in database pubblici e liberamente accessibili.

Una delle scoperte più interessanti riguarda una parte del Dna responsabile della produzione di particolari enzimi metabolici, che nel koala si trovano in grandi quantità in quasi tutti i tessuti del corpo: svolgono una funzione essenziale nel detossificare l'organismo dai composti altamente tossici dell'eucalipto, la loro unica fonte di cibo. Un'altra sequenza genetica invece ha permesso di capire la composizione del latte con cui le madri nutrono i piccoli durante i sei mesi che passano nel marsupio: le sue proteine cambiano nel tempo per adattarsi alle varie fasi di sviluppo e svolgono anche una funzione antimicrobica.