
Il lavoro è basato sull'analisi di 18 regioni antartiche, comprendente 176 banchine di ghiaccio, più le isole circostanti. Le indagini sono basate su carotaggi dei ghiacci, studio degli iceberg distaccati dal continente bianco e su osservazioni satellitari. Nell'arco di tempo che va dal 1979 al 1990, secondo le stime, la perdita di ghiacci annua è di circa 40 miliardi di tonnellate. Una cifra che ha toccato i 252 miliardi di tonnellate annue tra il 2009 e il 2017. Lo scioglimento interessa soprattutto le regioni occidentali, considerate dagli studiosi tra le più sensibili ai cambiamenti climatici, a fronte delle orientali che risultano più stabili. "Si tratta solo della punta di un iceberg", ha detto Eric Rignot. "Continuando con questo ritmo - ha concluso l'esperto - ci aspettiamo un aumento del livello dei mari di alcuni metri nei prossimi secoli".