
A rendere particolarmente interessante il ritrovamento, ovviamente, è il luogo da cui proviene. Ma non tanto perché oggi si tratta di un territorio desolato e inospitale. Quanto, piuttosto, perché all’epoca l’Antartide era ancora parte del supercontinente noto come Gondwana, e lo sarebbe rimasto quasi per altri 100 milioni di anni, fino al definitivo distacco avvenuto solamente nel giurassico.
"Più particolari scopriamo sulla sua preistoria, più l’Antartide si rivela un posto realmente particolare”, racconta Brandon Peecook, ricercatore del Field Museum di Chicago e primo autore dello studio. “Pensavamo ad esempio che gli animali in Antartide fossero simili a quelli che si potevano trovare all’epoca in Sud Africa, visto che queste due masse di terra erano collegate tra loro a quel tempo. E invece stiamo scoprendo che le cose non stanno così, e che la fauna antartica era incredibilmente unica".
L’Antarctanax shackletoni inoltre viveva in un periodo storico molto particolare. Solo pochi milioni di anni prima (un’inezia in termini geologici ed evolutivi) una serie di catastrofi naturali e di cambiamenti climatici da esse innescati avevano infatti spazzato via il 70% delle specie animali terrestri e oltre il 90% di quelle marine. E per questo, studiare la fauna che abitava in quel periodo rappresenta un’occasione unica per i paleontologi, che può aiutare a scoprire quali strade ha preso l’evoluzione a seguito della più grande estinzione di massa mai avvenuta sul nostro pianeta.
“Prima dell’estinzione di massa gli arcosauri vivevano unicamente nei pressi dell’equatore, ma subito dopo, di colpo, iniziamo a trovarli un po’ ovunque”, continua Peecook. “E l’Antartide in particolare presentava una combinazione di questi animali appena arrivati, e specie ‘ritardatarie’, già estinte nella maggior parte del globo, che i paleontologi amano chiamare ‘cladi morti che camminano’. Insomma: c’erano animali di ieri e animali di domani, che coabitavano in un posto particolarmente interessante”.