
"I materiali raccolti sono stati analizzati, permettendo lo studio della stabilità immunitaria e genetica e i risultati hanno mostrato una instabilità genomica e alterazioni al sistema immunitario che potrebbero condurre a lungo termine a sviluppare anche forme cancerogene", si legge in una nota dell'università. "I cambiamenti climatici, l'inquinamento, la perdita di habitat e l'aumento della presenza umana possono influenzare in modo significativo lo stato di salute dell'organismo e la sopravvivenza a lungo termine; per questo motivo è fondamentale avere questa comprensione del sistema immunitario e genetico di una specie in modo che eventuali cambiamenti possano essere identificati al più presto", sottolinea Silvia Omastroni ricercatrice del dipartimento di Scienze fisiche, della terra e dell'ambiente, che ha coordinato il progetto in collaborazione con Ilaria Corsi, della stessa università, e con Awadesh Jha, dell'Università di Plymouth.
La ricerca è svolta nell'ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra), dal titolo 'Conservazione di un mesopredatore polare sensibile ai cambiamenti dell'ecosistemà e grazie alla disponibilità dei campioni raccolti durante le ultime due campagne antartiche (2017-19) in tre popolazioni di pinguini.