
Decollo e atterraggio da manuale
A spingere la capsula che ha liberato i satelliti è stato un razzo Falcon 9 usato che, come spiega SpaceX, ha già volato altre due volte. La prima per inviare verso la Iss, come test, la capsula Crew Dragon, destinata nei prossimi mesi a portare di nuovo astronauti dal suolo americano nello spazio dopo il pensionamento dello Shuttle. E la seconda nel giugno dell’anno scorso, per il lancio della costellazione Radarsat.La mega costellazione
Il numero di satelliti che porteranno, nei piani di Elon Musk, la rete in tutto il mondo, anche nelle zone più povere e remote, sale così a 240, 180 quelli operativi, visto che i primi 60 erano la prima “mandata” in fase di test. La prima costellazione dovrebbe arrivare a contarne, nei prossimi anni, 12.000 in tutto. Tanti sono stati approvati infatti dall’Itu (la International telecommunication union), l’organismo internazionale per l’assegnazione delle frequenze radio per le telecomunicazioni e dalla Federal communications commission statuniense. Ma SpaceX ha fatto domanda per l’approvazione di altri 30.000 satelliti. Il motivo è la durata (pochi anni) di ciascun satellite in orbita e un ricambio necessario e continuo.Un numero così elevato (42.000 satelliti, più di otto volte il numero di oggetti presenti attualmente in orbita, se si escludono i detriti spaziali) continua a generare preoccupazione nella comunità scientifica e non solo. Il loro passaggio può infatti disturbare le osservazioni del cielo. Ma il traffico così intenso imporrà nuove soluzioni per evitare possibili collisioni in orbita e per rimuovere i satelliti non più operativi, spostandoli oppure facendoli precipitare e bruciare in atmosfera.