

Il passaggio di consegne
Alle 14.40 di oggi, 5 febbraio, l’astronauta italiano passerà il comando al collega russo Oleg Skripocka. Parmitano aveva sostituito nel ruolo di responsabile, il 2 ottobre, Alexei Ovchinin. È stato il terzo europeo a ricoprire questo incarico, e il primo italiano. La breve cerimonia del passaggio sarà trasmessa in streaming dalla Nasa sul suo canale web.Quattro passi nello spazio
Per quattro volte, durante la sua missione di sei mesi, Parmitano si è infilato nella tuta spaziale ed è uscito nel vuoto. Aggrappato alle maniglie esterne della Iss, ha lavorato alla manutenzione dell’esperimento Ams-02 (Alpha magnetic spectrometer) per il rilevamento delle particelle, portato in orbita nel 2011 da un altro italiano, Alessandro Vittori, e realizzato per gran parte con il contributo dell’industria e di scienziati italiani, tra i quali anche l’ex presidente dell’Asi, Roberto Battiston.Le quattro Eva (Extra vehicular activity) hanno sostituito alcune parti usurate dello strumento, con interventi all’impianto di raffreddamento, e lo hanno riportato in operatività il “cacciatore di antimateria”, sul quale si ripongono speranze anche per avere “notizie” dalla materia oscura.
Sono in tutto sei, dunque, le 'passeggiate spaziali' condotte da Parmitano durante le due missioni nello spazio. La seconda uscita durante la missione Volare del 2013, destò molta preoccupazione e mise a rischio la sua vita quando una perdita nel circuito di ventilazione della sua tuta riempì il suo casco di acqua rendendogli impossibile vedere e difficilissimo respirare. Dovette rientrare in emergenza.
Il Pianeta fragile
Mentre Parmitano era in missione, sulla Terra infuriava la protesta per i cambiamenti climatici, Fridays for future riempiva le piazze e Greta Thunberg puntava il dito contro governi alla conferenza per il clima di Madrid, ancora una volta, nella speranza che la politica cambi strada. Parmitano era lassù, e da 400 chilometri di quota fotografava un Pianeta fragile. Le sue foto hanno fatto il giro del mondo assieme al suo messaggio: “Nei sei anni trascorsi tra la mia prima missione e questa ho visto con i miei occhi gli effetti terribili dei cambiamenti climatici”.Il ritorno
Quando in Italia saranno le tre e mezza del mattino del 6 febbraio, Parmitano saluterà per l’ultima volta in orbita i tre colleghi che resteranno a bordo: il nuovo comandante, il russo Oleg Skripocka, Jessica Meir e Andrew Morgan della Nasa. Il portello si chiuderà poco dopo, quando l’astronauta italiano assieme a Koch e Skvortsov avranno preso posto nella capsula Soyuz che li riporterà a Terra. “Undocking” (lo sganciamento) previsto per le 6.50 ora italiana. Alle 9.18 la navetta entrerà arroventandosi nell’amosfera e toccherà la steppa del Kazakhistan meno di un’ora dopo, alle 10.12. Parmitano ha trascorso 201 giorni nello spazio durante la missione Beyond, che si vanno ad aggiungere ai 166 trascorsi nel 2013.Tutte le fasi del ritorno e del recupero degli astronauti saranno trasmessi in diretta streaming dalla Nasa sul suo canale web
La missione Beyond
La missione dell’Agenzia spaziale europea, denominata Beyond, ha visto Parmitano impegnato a seguire oltre 200 esperimenti, sei dei quali sviluppati dall’Agenzia spaziale italiana (Asi). Diversi i settori di ricerca: fisiologia umana, biochimica, biologia, dimostrazione tecnologica, osservazione della Terra. Tra gli ambiti di indagine, lo studio della reazione del corpo umano durante una lunga permanenza nello spazio, dal punto di vista nutrizionale, dell’apparato uditivo e delle radiazioni assorbite al di fuori dell’atmosfera terrestre. Ricerche sui girini per la rigenerazione dei tessuti in microgravità, sulla manipolazione di oggetti e la coordinazione, potranno offrire nuove soluzioni anche per trattare patologie sulla Terra.Il comandante italiano, inoltre, il 25 novembre, dalla Stazione spaziale internazionale, ha guidato a distanza il rover Interact che si trovava a Colonia, nell’ambito dell’esperimento Analog-1. Test utili per le future operazioni di esplorazione planetaria su altri mondi (ma pensiamo alle grotte sulla Terra, in condizioni di emergenza, anche tra le macerie durante catastrofi naturali o, nella più buia delle ipotesi, nucleari).