La citizen science riscopre la natura, anche a distanza
Dall'inquinamento alle fioriture, dal censimento degli animali alle piante da riconoscere: le iniziative digitali per studiare, osservare e proteggere la natura anche restando in casa
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Cinquant'anni fa, il 22 aprile, 20 milioni di americani si riversarono in strada in tutti gli stati, chiamati dal Gaylord Nelson a mobilitarsi per l'ambiente. "L’ambiente è tutto, per l’America, e nel contempo riguarda tutti i suoi problemi. È i ratti nel ghetto. È un bambino affamato nella terra dell’abbondanza. È un alloggio non degno di questo nome, un quartiere non adatto a essere abitato", spiegava il senatore dem dall'animo green che per la prima volta risvegliò l'attenzione pubblica sui problemi causati dall'impatto dell'uomo sul mondo circostante. Negli anni Novanta l'appuntamento divenne globale, grazie alle Nazioni Unite, con 200 milioni di persone in 140 Paesi pronte a celebrare l'Earth Day e oggi, a distanza di mezzo secolo, nonostante la politica di Trump tenti di smentirle, le parole di Nelson suonano più che mai attuali.
"Tutte le persone, a prescindere dall’etnia, dal sesso, dal proprio reddito o provenienza geografica, hanno diritto ad un ambiente sano, equilibrato e sostenibile", è il principio sancito dall'Onu che ormai siamo più abituati a sentire dai ragazzi di Fridays For Future assieme a Greta Thunberg che da politici e istituzioni. Eppure l'invito a rispettare l'ambiente è diventato un'urgenza. Lo conferma la scienza che misura e osserva gli effetti dei cabiamenti climatici in atto, lo confermano gli accordi di Parigi per limitare le emissioni a livello globale e l'innalzamento delle temperature oltre la soglia di 1,5°. La pandemia è solo il più recente dei campanelli di allarme sullo stato di salute del Pianeta, avvertono ambientalisti e climatologi. Se non interveniamo, e presto, per contenere il riscaldamento globale, ne pagheremo le conseguenze con eventi meteorologici estremi, carenza delle risorse naturali, depauperamento della biodiversità.
Ma in pieno lockdown per coronavirus un segnale positivo arriva dal mondo digitale. Se il social distancing impedisce le mobilitazioni di massa, è pur vero che queste settimane di isolamento hanno mostrato due aspetti su cui forse prima si faceva poco affidamento: da una parte il "silenzio" causato dal genere umano sulla Terra in termini di "assenza", con segnali visibili a livello di inquinamento (atmosferico e acustico), dall'altra il potenziale degli strumenti digitali che possono veicolare un messaggio e tornare utili nella raccolta e nell'analisi di grandi quantità di dati. Così il 50esimo anniversario dell'Earth Day può contare su numerose iniziative di citizen science che condividono uno stesso obiettivo: proteggere il Pianeta e le creature che lo popolano.
L'isolamento coatto ci costringe a non mettere piede fuori di casa, è vero, ma basta avere smartphone o tablet per partecipare al monitoraggio della qualità dell'aria e dell'inquinamento da plastica, per fare un esempio, con l'app Earth Challenge 2020 creata dall'Earth Day Network. Già attiva per la raccolta dati in tutto il mondo, l'applicazione include anche suggerimenti su "cosa puoi fare" (specifiche per Paese) per aiutare i cittadini scienziati a intraprendere azioni che affrontano problemi come l'inquinamento locale. E presto aiuterà anche a censire le popolazioni di insetti e monitorare le coltivazioni per combattere la fame.
#BlossomWatch è invece una finestra sulla primavera. Nata sull'onda del hamami, la spettacolare fioritura dei ciliegi, la piattaforma del National Trust raccoglie le immagini dei boccioli visti e immortalati dalla finestra. Allo stesso modo il Nature's Calendar invita chiunque a partecipare alla conta delle specie avvistate (fauna e flora), semplicemente segnalandone la presenza sul territorio. L'esplorazione della natura passa anche attraverso iNaturalist, che permette di segnalare avvistamenti o consultare il database per riconoscere la specie che ci troviamo davanti, anche in città, che si tratti di un fungo, di un insetto, di un serpente o di un uccellino.
Infina, nella stagione delle migrazioni, la Lipu ha lanciato l'hashtag #Vistidacasa per il birdwtaching dal balcone, dal giardino o dalla terrazza. Il progetto prevede l'uso dell'app iNaturalist (per Android) o su Ornitho.it per l'osservazione degli uccelli nei dintorni delle abitazioni, ma anche di altre specie di mammiferi, anfibi, farfalle o coleotteri per contribuire a mappare la biodiversità urbana.