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Ecco le regole del superbonus green. Le riqualificazioni edilizie le paga lo Stato

Ecco le regole del superbonus green. Le riqualificazioni edilizie le paga lo Stato
In Italia l’82% degli edifici è stato costruito prima dell’entrata in vigore della normativa in materia di efficienza energetica. Grazie al nuovo bonus via libera (a spese dello Stato, ma attivando entrate fiscali e lavoro) alle ristrutturazioni energetiche
4 minuti di lettura

Il superbonus al 110% della spesa per ristrutturazioni energetiche e antisismiche che il governo si accinge a varare è una vera e propria rivoluzione. Con circa 7 miliardi di investimento fino al 2023 - ma la misura di fatto si copre finanziariamente da sola, visto che attraverso il superbonus si mettono in moto in un circolo virtuoso attività che pagano tasse e contributi, oltre a generare molta occupazione - non solo si danno risposte effettive alla crescita sostenibile e alla necessità di una riconversione energetica in senso ecologico, riducendo le emissioni, ma si permetterà alle famiglie italiane che vivono negli edifici poco efficienti dal punto di vista dell'efficienza energetica di risparmiare molti soldi nelle bollette degli anni a venire.

In Italia l'82% degli edifici è stato costruito prima dell'entrata in vigore della normativa in materia di efficienza energetica. Strutture vecchie che necessiterebbero di interventi urgenti, visto che gli edifici residenziali in mediocre o pessimo stato di conservazione in Italia sono oltre due milioni, pari al 16,8% del totale. E poi la spesa energetica è una voce rilevante per le famiglie, circa 2.689 euro l'anno (521 euro per l'energia elettrica, 1.024 euro/anno per la produzione di acqua calda sanitaria, cucina e riscaldamento, 1.144 euro per la mobilità).

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Via al superbonus
Non solo ecobonus e sismabonus vengono raddoppiati e portati al 110% sino a tutto il 2021, ma con la possibilità di scontare direttamente in fattura il 100% dei costi le famiglie potranno effettuare gli interventi di efficientamento energetico e di messa in sicurezza delle loro abitazioni senza alcun esborso monetario.

Chi potrà usare il superbonus, per quali lavori e in che periodo?
Potranno usarlo tutte le famiglie per lavori svolti nella prima casa e nei condomini fatturati dal primo luglio 2020 al 31 dicembre 2021. Il vantaggio fiscale sarà pari al 110% dei costi sostenuti e sarà spalmato su cinque anni. Attualmente il bonus verde è al 65% e viene restituito in un arco di tempo più lungo, di dieci anni.

Sono coperti dall'incentivo tutti i lavori già previsti per i vecchi ecobonus e sismabonus, che godevano di uno sconto fiscale inferiore, con l'aggiunta di due tipologie importanti: l'installazione di impianti fotovoltaici e l'acquisto di accumulatori e colonnine di ricarica per auto elettriche.

Non è ancora chiaro - lo sapremo una volta pubblicato il resto sulla Gazzetta Ufficiale - se il supersconto fiscale varrà anche per le opere di minore impatto, come la sostituzione dei vecchi infissi - oppure se in questo caso resterà la vecchia agevolazione al 50%. Secondo le indiscrezioni, l'aliquota del 110% si applicherà anche installazione di finestre e infissi e restauri delle facciate a condizione che siano eseguiti congiuntamente ad almeno uno degli altri interventi che beneficiano del superbonus. Quasi certamente le opere interne, come il rifacimento integrale del bagno o lo spostamento di una parete, non dovrebbero essere interessate dal supersconto.

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Quali sono i lavori certamente avvantaggiati?
Nel quadro degli interventi di riqualificazione energetica, come detto, l'installazione dei pannelli solari e il rifacimento delle facciate, a condizione che nel pacchetto complessivo sia ricompreso almeno uno dei tre interventi considerato trainante: la realizzazione del ”cappotto termico« per l'intero edificio, gli interventi per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale con impianti centralizzati a pompa di calore per riscaldamento, raffrescamento e fornitura di acqua calda sanitaria, ed infine gli interventi per la sostituzione degli impianti alimentati a gasolio con l'installazione di caldaie a condensazione o caldaie a pompe di calore.

Il credito d'imposta al 110% si applicherà fino a una spesa massima di quanto?
Si applicheranno gli attuali limiti di detrazione o di spesa previsti per le varie tipologie di intervento. Per quanto riguarda il ”cappotto termico«, le nuove misure prevedono che i lavori debbano avere un'incidenza superiore al 25% della superficie disperdente lorda dell'edificio medesimo. C'è un tetto di spesa: il limite economico agevolabile è stato fissato a 60mila euro che però vanno moltiplicati per il numero delle unità immobiliari dell'edificio. Per quanto riguarda gli impianti di riscaldamento e acqua sanitaria nuovi, ci dovrebbe essere un tetto di 30mila euro moltiplicato per il numero delle unità immobiliari, se abbinato all'installazione di impianti fotovoltaici o impianti di microcogenerazione.

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Come si accede al superbonus?
Oltre a disporre di regolare fattura rilasciata dall'impresa che ha effettuato i lavori, bisogna dimostrare di averli svolti attraverso una certificazione di un tecnico abilitato, responsabile penalmente. Ottenuta fattura e certificazione, il contribuente può utilizzare per sé il credito d'imposta e quindi, per esempio, se ha fatto lavori per 20mila euro disporrà di un credito di 22mila euro e potrà pagare per 5 anni 4.400 euro di tasse in meno. In pratica non solo le famiglie saranno più che rimborsate della spesa iniziale, ma nel secondo caso potranno effettuare tutti i lavori senza alcun esborso monetario. Oppure si potrà trasferire il credito alla ditta che ha effettuato i lavori, che lo userà a sua volta per incassarlo subito trasferendolo a un'impresa più grande o a una banca, oppure lo terrà per sé per pagare meno tasse, sempre nelle cinque quote annuali previste. Se l'azienda non volesse prendersi il credito, il cliente potrà sempre girarlo a una banca.

Singola unità immobiliare o parti comuni?
Il superbonus del 110% agevolerà anche i lavori su parti comuni condominiali.

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Solo edilizia residenziale?
L'ecobonus dovrebbe premiare anche interventi su immobili non abitativi (ad esempio, uffici e capannoni) e sono sconti Ires, oltre che Irpef, fruibili da società di capitali ed enti non commerciali.

I vecchi bonus
Per ora 9,9 milioni di contribuenti usano già le detrazioni sul recupero edilizio (676 euro lo sconto medio annuo dall'Irpef) e 2,8 milioni l'ecobonus (605 euro di media). Si parte quindi con il set di sconti definito dalla manovra varata l'anno scorso: l'ormai classico 50% sulle ristrutturazioni edilizie, il 36% dedicato a verde e giardini, lo sconto per mobili ed elettrodomestici - anche questo al 50% -, le diverse declinazioni dell'ecobonus (dal 50 al 75% per finestre, caldaie, pannelli solari termici, coibentazioni), il sismabonus fino all'85 per cento, il bonus facciate, ovvero la detrazione del 90% pensata per la tinteggiatura, la pulitura o il rifacimento degli involucri edilizi.

Il commento del sottosegretario alla Presidenza Riccardo Fraccaro

”In questo momento c'è bisogno di politiche molto espansive – dice il sottosegretario della presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro (M5S), in una intervista – ho proposto il superbonus al 110% della spesa per ristrutturazioni energetiche e antisismiche perché interviene su un settore, come quello dell'edilizia, che ha un altissimo effetto moltiplicatore«. Il credito di imposta, spiega l'esponente del Movimento Cinque Stelle, ”costerà 7 miliardi fino al 2023 e le coperture ci sono. Non è stato semplice, ma lo abbiamo fatto perché uno degli obiettivi di questo governo fin dalla sua nascita è la crescita sostenibile e la riconversione energetica. Vogliamo trasformare le nostre case da centri energivori a produttori di energie alternative. L'Ance poi stima 21 miliardi di ricadute positive per l'economia, anche generare solo una parte sarebbe un grande risultato«.

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