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La bioedilizia? Il futuro passa da qui

Foto di Philipp Deus da Pexels

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Un mercato resiliente alla crisi, sostenibile e innovativo. La bioedilizia è il futuro del settore immobiliare ed edile, anche in Italia. Un motore emergente in grado di dare vita a realtà come quella di ReCO2, una startup cleantech
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Un mercato resiliente alla crisi, sostenibile e innovativo. La bioedilizia è il futuro del settore immobiliare ed edile, anche in Italia. Un motore emergente in grado di dare vita a realtà come quella di ReCO2, una startup cleantech operante nel settore che, attraverso un modello virtuoso di economia circolare e un rivoluzionario processo produttivo brevettato, è in grado di convertire e trasformare vari tipi di materie prime seconde inorganiche ed inerti (tra cui vetro, scarti lavorazioni ceramiche, scarti di acciaierie) in un'ampia gamma di prodotti funzionali per l'edilizia.

La sua mission è recuperare materiali di scarto e trasformarli in prodotti per la bioedilizia, come le pavimentazioni bio-compatibili Vytreum per interni ed esterni - prodotto con la più alta percentuale possibile di materie prime seconde, che varia dall'85 per cento al 100 per cento - o altri materiali funzionali all'isolamento termo-acustico degli edifici.

ReCO2 si contraddistingue per il rivoluzionario processo produttivo, il quale utilizza temperature inferiori a 100 °C per la produzione dei prodotti, con una conseguente riduzione dei costi di produzione (in termini di consumi di acqua ed energia) di circa l'80 per cento e delle emissioni di CO2 di oltre il 90 per cento rispetto alla media dei processi convenzionali. A tutti questi vantaggi si unisce anche la possibilità di utilizzare stampi creati con la stampa 3D, che consentono di ottenere prodotti personalizzati di qualsiasi forma e dimensione.
L'impronta green combinata con le soluzioni hi-tech capaci di ottimizzare le produzioni in termini di risorse, ha portato Reco2 a entrare tra le imprese innovative che fanno parte di New Heroes, il progetto curato dalla Red Bull che ha l'obiettivo di far conoscere i dettagli e i retroscena delle storie imprenditoriali, e a essere tra le prime classificate nella Rome Startup Week 2018.

I fondatori sono quattro giovani accomunati dagli stessi ideali di sostenibilità e circolarità, che aspirano a coinvolgere con il proprio lavoro quante più persone possibili verso un reale cambiamento. Desirée Farletti, studentessa 24enne di ingegneria meccanica all'università di Cassino, insieme al fratello Tommaso, a Daniele Nora e a Luca Spiridigliozzi formano il team di ReCO2.

In Italia il settore della bioedilizia, secondo il rapporto Case ed edifici in legno di FederlegnoArredo, ha una vitalità che non arretra: la maggior concentrazione di imprese ecosostenibili è nel Trentino Alto-Adige (24%), seguito dalla Lombardia (22%) e dal Veneto (15%). Le costruzioni in legno in Italia rappresentano il 7 per cento delle nuove abitazioni costruite dal settore edile nel 2017, con un numero di edifici stimati sul territorio nazionale pari a 3.224, di cui il 90 per cento destinato al residenziale, per una stima di valore complessivo del costruito pari a circa 700 milioni di euro. Le imprese che operano nella realizzazione di edifici in legno sono spesso diversificate anche in altri segmenti del mercato in legno come le grandi costruzioni, ponti o coperture in legno e complessivamente generano un mercato che si stima in 1,3 miliardi di euro.

Sempre il rapporto Case ed edifici in legno di FederlegnoArredo conferma la vitalità del settore: la bioedilizia residenziale è presente soprattutto in Lombardia (23%), seguita dal Veneto (19%), Trentino-Alto Adige (12%) ed Emilia-Romagna (11%). L'associazione confindustriale del settore, che periodicamente analizza il comparto per monitorarne lo stato di salute e gli sviluppi attesi, ha inoltre registrato che il confronto con la produzione di edifici in legno degli altri Paesi europei vede il nostro paese al quarto posto come capacità produttiva e volumi di mercato gestiti, dopo Germania, Regno Unito e Svezia, segnando una costante crescita dimensionale. Il che deve essere, oltre che un vanto, la spinta decisiva verso una conversione etica ma soprattutto produttiva.