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Venezia, ecco la vera “casa passiva”

Venezia, ecco la vera “casa passiva”
Da fuori assomiglia a una delle tante villette che punteggiano la campagna veneta: sotto l’intonaco, però, si cela una casa all’avanguardia in fatto di sostenibilità e bioedilizia, costruita interamente in legno e che permette di abbattere i consumi energetici. Quella di Gardigiano, in provincia di Venezia, è uno dei pochi esempi italiani di “casa passiva”
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Da fuori assomiglia a una delle tante villette che punteggiano la campagna veneta: sotto l'intonaco, però, si cela una casa all'avanguardia in fatto di sostenibilità e bioedilizia, costruita interamente in legno e che permette di abbattere i consumi energetici. Quella di Gardigiano, in provincia di Venezia, è uno dei pochi esempi italiani di ”casa passiva«, realizzata cioè secondo i princìpi elaborati per la prima volta nel 1988 dal fisico tedesco Wolfgang Feist e dallo svedese Bo Adamson, grazie ai quali il calore proveniente dal sole attraverso le finestre e quello degli elettrodomestici compensano le perdite dell'involucro durante la stagione fredda. E così il fabbisogno di energia per il riscaldamento si riduce del 90 per cento rispetto a una casa tradizionale, e del 75 per cento in confronto a quelle realizzate secondo le più recenti regolamentazioni termiche.

I criteri che permettono a un'abitazione di ottenere il certificato di Passivhaus sono molto rigidi e riguardano la tenuta dell'aria, la trasmittanza termica (un indice che misura il grado di dispersione), il consumo dell'energia primaria – che deve essere inferiore a 120 kWh/mq per anno – e quello per il riscaldamento, che deve stare al di sotto dei 15 kWh/mq annui.

Per raggiungere queste performance occorrono un insieme di accorgimenti che riguardano l'isolamento termico, l'esposizione solare e l'efficienza energetica: una casa passiva, infatti, è progettata e costruita in modo da essere perfettamente isolata e conservare all'interno la percentuale più alta possibile di calore, grazie all'aumento dello spessore del materiale isolante (che viene collocato nello strato più esterno della parete), alla coibentazione del tetto e all'uso di vetri tripli.

Un ruolo fondamentale, a questo proposito, lo giocano anche la forma dell'edificio, preferibilmente compatta così da ridurre la dispersione termica, e la sua esposizione rispetto alla luce solare: nei climi temperati come quello italiano – a differenza dell'Europa Settentrionale e Centrale dove erano state costruite le prime Passivhaus – occorre prevedere dei sistemi di ombreggiatura, con piante esterne o soluzioni meccaniche, per mantenere l'edificio fresco nei mesi estivi.

Per riscaldarlo, invece, non si ricorre a un impianto ”attivo« ma alle cosiddette ”fonti passive«, come le pompe di calore che immettono nella ventilazione aria calda in inverno e fresca in estate, abbinate a un sistema di ventilazione che garantisce un ricircolo costante dell'aria. E poi il calore generato dall'impianto fotovoltaico che serve per la corrente elettrica e l'acqua calda, o ancora, il movimento degli abitanti all'interno della casa, l'inerzia termica e la luce del sole catturata dalle finestre, che in una casa passiva sono meno numerose e di superficie più grande.

Nel caso di Gardigiano, spiega Fabio Gatto, che ha curato l'installazione dei sistemi elettrici e di domotica dell'abitazione – una casa bifamiliare da 200 mq divisa in due appartamenti, coibentata con lana di roccia – «il riscaldamento avviene solo per mezzo di un impianto di trattamento dell'aria, che la mantiene alla stessa temperatura». E che viene controllato da un sofisticato dispositivo di domotica concepito dall'azienda trevigiana Came, specializzata in sistemi per l'automazione.

Attraverso un pannello di controllo e un'app «si può regolare da remoto, e molto semplicemente, tutti gli automatismi della casa»: dall'antifurto alle luci a Led, dalle tapparelle al controllo dei carichi energetici, che attraverso dei moduli di controllo si possono scollegare automaticamente – per riattaccarli più tardi – nel caso di un'eccessiva richiesta di potenza. Grazie a questo dispositivo, conclude uno dei proprietari della casa, Alessandro Gobbo, «in casa si possono monitorare tutti gli scenari, dai punti luce ai frangisole», e anche quando si è fuori casa, collegandosi in Cloud, «in qualsiasi momento, si può avere sottomano il controllo dell'intera abitazione, verificando per esempio se qualcuno è venuto a suonare il campanello o se il sistema d'allarme ha registrato qualche movimento».