
Spazio, i "guardiani della Terra" lavorano a Frascati: "Così evitiamo l'impatto con gli asteroidi in arrivo"

Partenza 2024
La missione Hera sarà un rendez vous cruciale per capire cos'è successo dopo che un proiettile costruito dalla Nasa avrà colpito un asteroide grande più o meno come la Grande Piramide di Giza. E sapere se la spinta è sufficiente ad allontanare una possibile minaccia futura. Il bersaglio è Didymorphos, che orbita attorno a un asteroide cinque volte più grande, Didymos. Insieme formano un asteroide binario, questo permette di avere la certezza di non deviare la loro traiettoria verso, per esempio, la Terra. L'impatto avverrà a settembre 2022. Poi bisognerà vedere quali effetti ha ottenuto, studiare il cratere e la deviazione della traiettoria. Per fare questo arriverà Hera con due cubesat.
La data di decollo prevista per la missione europea è ottobre 2024, giungerà a destinazione, sul luogo del "delitto", alla fine del 2026. Partecipano alla missione, guidata dalla Germania, 17 Paesi dell'Esa le cui aziende sono ora ufficialmente al lavoro per costruire tutti i pezzi.
Cubesat, energia e comunicazione italiani
Con il supporto dell'Agenzia spaziale italiana (Asi), l'Italia è alla guida per quanto riguarda i sottosistemi di alimentazione della missione, realizzati da OHB Italia, e di propulsione, responsabilità di Avio. Thales Alenia Space Italia fornisce il transponder per lo spazio profondo per le comunicazioni l'esperimento radio-scientifico. L'Italia guida inoltre il CubeSat Andrea Milani, dedicato al professore di Meccanica Orbitale all'Università di Pisa, scienziato di fama internazionale scomparso nel 2018. Milani è stato l'ideatore della missione dell'Esa Don Quijote, la cui eredità viene oggi raccolta da Hera.Milani in volo
Il cubesat è uno dei due che rimarranno nella 'pancia' di Hera fino all'arrivo nei pressi di Didymos, per la prospezione mineraria. Costruito da Tyvak international, a capo di un consorzio che comprende aziende ed enti di ricerca: tra cui il Politecnico di Torino e Milano, l'Istituto nazionale di Astrofisica (Inaf), il Centro italiano di ricerche aerospaziali (Cira) e Altec. Manderanno Milani a volare attorno a Dymorphos con varie manovre orbitali per osservarlo da vicino: "Il suo compito principale sarà analizzare i cambiamenti della superficie dell'asteroide dopo l'impatto di Dart - spiega Marco Villa, Ceo di Tyvak international - ci mandano in avanscoperta, più vicino, con strumenti sensibili per fare l'analisi dettagliata delle polveri con immagini per valutare l'impatto e spettrografi per la composizione chimica".
Il cubesat Milani ha le dimensioni di una grossa scatola da scarpe, pesa attorno a 15 chili: "Noi vorremmo avvicinarci il più possibile, nominalmente saremo a circa cinque chilometri di distanza dall'asteroide, che comunque nello spazio significa essere davvero lì a fianco" prosegue Villa, che ha un solido background nell'aerospazio. Prima della sua avventura con Tyvak, infatti, l'ingegnere lombardo ha lavorato in SpaceX, responsabile delle operazioni della prima capsula Dragon.
Tecnologia da "new space economy"
Ora guida la piccola azienda italiana, parte della Terran Orbital corporation. Coordina 13 realtà, tra enti e aziende italiane ed europee per questa missione. Milani sarà assemblato a Torino dove ha sede l'impresa, con appena 25 dipendenti ma ha già in volo quattro cubesat attorno alla Terra: "Siamo tra le ditte più piccole, con quattro satelliti fatti a Torino, alcuni lanciati da Vega poche settimane fa - sottolinea Villa - la nostra peculiarità avere satelliti integrati, che comunicano tra loro. Tre anni fa siamo andati all'Asi e all'Esa con una roadmap legata a questo 'core' che ha a che fare con manovre in prossimità, rendez vous, aggancio in orbita. Bene o male tutto quello che sarà legato al futuro di questi piccoli satelliti".Alcune delle loro 'doti' vanno oltre il volare attorno a un asteroide, sono per esempio il volo di formazione, puntarsi a vicenda per scambiare dati con sistemi radio e laser. E sono un po' il futuro, che sta accadendo ora, della tecnologia in orbita terrestre e oltre, parte di quella "new space economy" che promette accesso allo spazio a costi più contenuti, sia per il lancio che perché le componenti sono sempre più piccole e leggere. Ma non si tratta di tecnologia "cheap", visto che le agenzie spaziali ne fanno sempre più uso. Così Tyvak potrebbe presto allargarsi: "Abbiamo contratti con Asi e siamo coinvolti in altri due o tre progetti più a medio e lungo termine con agenzie spaziali - conclude Villa - anche con ditte private per realizzare satelliti di telecomunicazione, Internet of things, osservazione della Terra. L'obiettivo è quello di assumere, ci servono giovani. Prevedo che presto saremo il doppio, l'obiettivo è dare opportunità e riportare in Italia i talenti che se ne erano andati. Come è accaduto a me".