La corsa all'idrogeno: è gara tra auto e tir a emissioni zero
di Fabio Orecchini
In pieno boom di nuovi modelli e investimenti per lo sviluppo della rete di ricarica per l'auto elettrica, l’idrogeno trova slancio nello sviluppo della futura generazione di veicoli destinati alle lunghe percorrenze
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Il mondo della mobilità torna a parlare di idrogeno. Non come alternativa allo sviluppo di auto elettriche con batterie ricaricabili ma come ulteriore tecnologia a zero emissioni per soddisfare tutte le esigenze della mobilità su gomma. In pieno boom di nuovi modelli e investimenti per lo sviluppo della rete di ricarica per l’auto elettrica, l’idrogeno trova slancio nello sviluppo della futura generazione di veicoli destinati alle lunghe percorrenze. Questa tipologia di utilizzo, infatti, risulta molto complessa per i veicoli a batterie anche guardando ai prossimi passi evolutivi degli accumulatori e dell’infrastruttura di ricarica. Il vantaggio dell’auto a idrogeno è chiaro, richiede soltanto pochi minuti per il rifornimento e con un pieno è già oggi in grado di coprire distanze di parecchie centinaia di chilometri.
La Hyundai Nexo, guidata dal pioniere dell’aeronautica ad energia solare Bertrand Piccard, presidente della fondazione Solar Impulse, ha stabilito lo scorso novembre nel nord della Francia il record di percorrenza con un solo rifornimento di idrogeno. La Nexo Fuel Cell ha viaggiato per 778 chilometri grazie al pieno iniziale di combustibile, completato in pochi minuti nel distributore di Sarreguimine, e – secondo quanto riferito dalla casa coreana – è giunta alla destinazione finale, il museo dell’aria e dello spazio di Le Burget, con ulteriori 49 chilometri di autonomia indicati dal computer di bordo.
Il fiore all’occhiello della prossima generazione della Toyota Mirai a idrogeno, il cui arrivo in Giappone, Nordamerica ed Europa è previsto tra la fine del 2020 e l’inizio del prossimo anno, è proprio l’autonomia di marcia con un pieno. I dati divulgati dalla Toyota indicano un incremento del 30% rispetto ai 500 chilometri dell’attuale modello, presentato nel 2014. La Toyota Mirai di seconda generazione sarà in grado quindi di arrivare agevolmente oltre i 650 chilometri con un pieno. Per una grande ammiraglia, con cinque posti super-confort a bordo e prestazioni decisamente più sportive rispetto alla versione attuale, il risultato è notevole. Ed è in linea con la proiezione tratteggiata nei mesi scorsi dagli esperti del gruppo giapponese, secondo i quali entro il 2025 le auto a idrogeno avranno costi competitivi rispetto ai modelli ibridi a benzina e raggiungeranno gli ottocento chilometri di autonomia con un pieno.
La sfida dell'idrogeno
Ma tipologia di mobilità stradale nella quale l’idrogeno appare oggi maggiormente in vantaggio per la conquista del mercato riguarda il trasporto pesante a zero emissioni. I camion rappresentano un tassello decisivo per raggiungere un reale e significativo abbattimento delle emissioni di CO2 in Europa. Il trasporto pesante, come risulta evidente a chiunque abbia modo di frequentare un’autostrada, è la principale modalità di trasporto della maggior parte delle merci e il settore, per evidenti motivi di economicità del servizio, è caratterizzato da elevatissime percorrenze annue per singolo mezzo. Il trasporto pesante è così responsabile in Europa del 22% delle emissioni da trasporto stradale, mentre i camion rappresentano soltanto il 5% del parco veicolare.
Per le necessità energetiche dei veicoli pesanti, l’alimentazione a idrogeno con celle a combustibile mostra dei chiari vantaggi rispetto alle batterie ricaricabili. La differenza di autonomia ad ogni rifornimento, crescendo le potenze in gioco, è di alcune centinaia di chilometri a parità di ingombro a bordo. Anche il costo del sistema è competitivo e per avviare una prima applicazione alla logistica è sufficiente un’infrastruttura autostradale piuttosto limitata. Inoltre, i tempi di rifornimento sono di gran lunga inferiori rispetto a quelli realizzabili per le batterie, anche con la ricarica elettrica ultra-veloce.
Nella corsa verso i camion a idrogeno c’è anche l’Italia. Negli scorsi mesi la Cnh Industrial del gruppo Exor è entrata nel capitale dell’americana Nikola Motors, marchio nato espressamente per lo sviluppo e la commercializzazione di camion a idrogeno. La motrice elettrica Nikola Tre, presentata di recente, sarà prodotta in Germania negli stabilimenti Iveco e arriverà il prossimo anno sul mercato in Europa. Il camion Iveco a zero emissioni avrà una prima versione con batterie ricaricabili, ma dal 2023 sarà offerto con alimentazione a idrogeno e celle a combustibile.