In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Sos per la foresta di Bugoma e i suoi scimpanzé

Sos per la foresta di Bugoma e i suoi scimpanzé
Gli ambientalisti dell'Uganda chiedono all'Unione europea di fare pressioni sulle autorità locali per impedire che una parte della terza foresta più grande del Paese sia abbattuta per lasciare spazio alla coltivazione di canna da zucchero
1 minuti di lettura
Un sos per la foresta di Bugoma e gli scimpanzé che la abitano. È quello lanciato dagli ambientalisti dell'Uganda, che chiedono all'Unione europea di esercitare la sua influenza sulle autorità locali e impedire che una parte della terza foresta più grande del Paese sia abbattuta per lasciare spazio alla coltivazione di canna da zucchero. Secondo i rappresentanti della campagna "Save Bugoma Forest", alla quale aderiscono quasi 60 organizzazioni non governative, l'Ue potrebbe fare pressioni sulle agenzie ambientali statali in qualità di finanziatore-chiave e indurle ad annullare la decisione di cancellare ottomila sui 41 mila ettari totali di foresta. Salvando specie animali e vegetali uniche.

L'intervento europeo - sostengono gli attivisti - potrebbe stimolare l'apertura di un'indagine indipendente da parte del governo e attivare le corti di giustizia affinché si rivedano sia la valutazione positiva accordata al progetto sia il rilascio dei titoli con cui i terreni sono stati dati in gestione ai privati. Secondo loro, il disboscamento avrebbe un impatto ambientale e sociale devastante perché distruggerebbe un habitat fondamentale per la fauna selvatica e per la salvaguardia dell'ecosistema. Perciò hanno invitato una delegazione di diplomatici europei a recarsi in visita nella foresta, visto che alcuni funzionari Ue dislocati nel Paese si sarebbero già detti contrari al piano.

Dal canto suo, la Hoima Sugar, la società che ha affittato un'area di 22 miglia quadrate per destinarla a piantagione, contesta il fatto che quel terreno rientri nel territorio di Bugoma. E al fine di favorire uno sviluppo sostenibile, si è impegnata a utilizzare solo nove miglia quadrate per la coltivazione di canna da zucchero. Per la società, insomma, nessuno avrebbe intenzione di demolire la "casa" degli scimpanzé.

D'altra parte, nel 2019 l'Uganda ha guadagnato più di 1,6 miliardi di dollari grazie al turismo straniero attirato da bellezze come i gorilla di montagna, i leoni arrampicatori e la sorgente del fiume Nilo. Il Paese ha circa 1,3 milioni di ettari coperti da foreste, di cui il 15% gestito dall'Autorità forestale ugandese. Ogni anno, però, almeno 200 mila ettari vengono abbattuti, soprattutto per fare spazio alle piantagioni.