Dalla Malesia al Vietnam e attraverso il Sudest asiatico. Gli Steenland solcano i mari da cinque anni per ripulirli dai nostri scarti, raccontando la missione-riciclo su Instagram
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Vivere in barca raccogliendo i rifiuti dall’oceano per trasformarli in borse e zaini. La famiglia Steenland cerca di riscrivere i codici di comportamento del mondo in chiave ambientalista riciclando e rielaborando ogni giorno i pezzi in plastica rinvenuti in mare.
Mamma-fumettista, papà-skipper (ex falegname) e i due figli lavorano a bordo di un motoscafo di 12,5 metri chiamato Sea Monkey e dall’imbarcazione arriva lo spunto di fondare l’omonimo progetto di cui si è fatta portavoce Sydney, 15 anni, ambientalista e fondatrice del Sea Monkey Project, che racconta i percorsi, filmati dal fratello minore Indi e il lavoro quotidiano attraverso la sua pagina ufficiale su Instagram.
La missione-riciclo è partita cinque anni fa dopo un viaggio della famiglia australiana nelle acque del sud-est asiatico: tre mesi di avventure, soprattutto in Indonesia, tra rifiuti galleggianti, specie nelle vicinanze dei villaggi o reti per la pesca abbandonate. Così è nata una di quelle storie che non possono non essere raccontate.
Dopo aver perso per motivi economici la casa, l’idea degli Steenland: vivere sull’acqua con l’obiettivo di dedicare la vita al miglioramento delle condizioni del pianeta. Un lavoro collettivo per un mondo migliore, così è nato il Sea Monkey Project. Partenza dalla Malesia, uno dei posti visitati dagli Steenland durante il viaggio nel sud-est asiatico.
Le statistiche dell'International Union for Conservation of Nature riferiscono che ogni anno sono prodotte oltre 300 milioni di tonnellate di plastica. E almeno otto milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani, rappresentando l'80% di tutti i detriti marini dalle acque superficiali ai sedimenti di acque profonde. E secondo il Wwf, il 60% delle otto milioni di tonnellate che intossicano gli oceani è prodotta da Malesia (fino a 16 kg in imballaggi di plastica per persona ogni anno), Cina, Indonesia, Filippine, Thailandia e Vietnam.
Dunque, Sydney e i suoi cari ora dragano le acque raccogliendo i rifiuti e riciclando la plastica, dando il via al ciclo della trasformazione in zaini, borse e altri oggetti. In estate è stata realizzata la prima linea di zaini ricavata da rifiuti oceanici riciclati. Il ricavato, assieme a una campagna di crowdfunding, sta finanziando il lavoro della famiglia malese. Ma oltre a riciclare i rifiuti per realizzare questi prodotti e anche altri tipi di altri accessori, gli australiani vanno oltre: grazie al progetto vengono create macchine per il riciclaggio della plastica basate sui progetti dell’impresa sociale Precious Plastic. Una volta realizzate, le macchine vengono posizionate su un’isola remota o una foresta pluviale affinché le comunità locali possano poi riciclare la loro produzione di rifiuti di plastica.