Sapiens ha sempre avuto necessità di scrivere, sia per lasciare tracce del suo passaggio sia per mantenere la memoria di ciò che imparava. Le prime forme di scrittura risalgono a graffiti sul legno o su pietra, ma per millenni la conoscenza è stata tramandata oralmente. Ovviamente nei passaggi verbali si perdevano informazioni, e la trasmissione della sapere per millenni è stata molto difficile. Esistono tracce di scritti Sumerici già nel 3500 AC, anche se i primi caratteri di scrittura risalgono ai Mesopotamici del 3000 avanti Cristo, che utilizzavano pelle animale o qualche rozzo tessuto come substrato per la scrittura.
Intorno al 2400 avanti Cristo gli Egiziani svilupparono i fogli di papiro, una piastra palustre molto abbondante lungo le rive del Nilo, con i quali produssero documenti scritti che sono stati rinvenuti parzialmente intatti anche in tempi recenti. La carta di papiro si otteneva tagliando e spellando porzioni del fusto della pianta (che può essere alta diversi metri), che venivano srotolate e tagliate a strisce sottili. Diversi strati di strisce intrecciate venivano sovrapposti, inzuppati di acqua, pressati e lasciati asciugare al sole. I fogli così ottenuti venivano poi incollati con una colla naturale per realizzare il papiro arrotolabile che tutti noi conosciamo.
Solo nel 100 dopo Cristo i Cinesi svilupparono la carta, utilizzandola per le attività commerciali lungo la via della seta, in alternativa alla più costosa seta o al bambù. La tecnologia della carta era basata su un impasto di fibre vegetali e polpa del legno, mischiate con stracci e fibre vegetali che conferivano resistenza meccanica ai fogli. La ricetta fu tenuta segreta per secoli, e dovettero passare più di 1000 anni perché essa raggiungesse l'Europa. Basti pensare che in Europa, nel medioevo, per scrivere a mano una singola copia della Bibbia servivano le pelli di oltre 170 vitelli! Le decorazione e le scritture erano riservate a pochi esperti in grado di scrivere a mano testi lunghi e complessi, mentre le tecnologie di scrittura erano simili a quelle utilizzate per produrre il vino e l'olio: si usavano presse a vite infinita per realizzare litografie, cioè comprimendo una matrice intarsiata e bagnata di inchiostro sulla carta. Gli inchiostri derivavano dall'olio, per evitare che si sciogliessero a contatto con l'acqua o l'umidità, e venivano colorati con essenze vegetali. Queste tecnologie favorirono lo sviluppo della macchina da stampa, inventata da Gutenberg nel 1440.
La grande idea di Gutenberg fu di sviluppare un processo per la produzione dei cosiddetti caratteri mobili di metallo, cioè i timbri di ciascuna lettera e numero, adattandoli alle tecnologie di pressa esistenti a quei tempi. Nacque così la pressa da stampa. Il carattere mobile era fuso con metalli duri, lasciava impronte molto precise e poteva essere riutilizzato molte volte nonostante fosse premuto con forza sulle superfici da stampare. Il compositore componeva il testo alla rovescia (come l'immagine allo specchio), lettera per lettera, inserendo i caratteri mobili in un telaio. Il telaio veniva inchiostrato con gli inchiostri a base di olio colorato e schiacciato su un foglio di carta da una potente pressa a vite. In questo modo lo stampatore poteva comporre qualsiasi testo e stamparlo molte volte trasformando la stampa da un'attività manuale e seriale a un'attività automatica e parallela. In realtà ci sono evidenze storiche di un modello di pressa a caratteri mobili già nella Corea del 1200, che sarebbe stata impiegata per stampare un testo buddhista in 50 copie. Si pensa però che questa tecnologia non sia mai uscita dall'Asia. Il concetto del carattere mobile è stato utilizzato sino a metà del secolo scorso per stampare i giornali: i tipografi disponevano le singole lettere in vassoi di piombo per comporre il testo delle pagine nella matrice, che veniva poi inchiostrata e pressata sui fogli mediante grandi macchine rotative. Una volta stampate le pagine, i caratteri mobili venivano riutilizzati per costruire una nuova matrice.
Fra il 1450 e il 1500 la diffusione della stampa fu inarrestabile: dalla prima macchina a Mainz, in Germania, si passò da una decina di macchine in Germania, Italia e Olanda nel 1460, a molte centinaia, dalla Spagna alla Polonia, nei successivi venti anni. In questi paesi nacquero negozi di stampa, librerie, posti dove studiare e iniziò l'alfabetizzazione di Sapiens: se nel 1550 meno del 15% delle persone erano in grado di leggere, già nel 1700 la diffusione della stampa aveva alfabetizzato il 50% delle persone con più di 14 anni. Oggi siamo arrivati intorno al 100% di alfabetizzazione nei paesi avanzati, benché la media mondiale sia intorno all'85%. L'industria della stampa crebbe molto rapidamente. Nella prima metà del 1500 furono stampati otto 80.000 libri. Un secolo dopo circa 200.000 , e fra il 1750 e il 1800 furono stampati 640.000 libri. L'impatto sul mercato del lavoro fu gigantesco, non solo perché la stampa creò nuovi posti di lavoro e nuove professionalità (il tipografo compositore, il lettore di bozze, il rilegatore, il libraio etc.) ma anche perché il libro diventò un prodotto con una catena di mercato sia dal punto di vista della sua vendita che dal punto di vista delle attività che esso abilitava: istruzione, tecnica, medicina, studi naturali, romanzi, mappe geografiche, documenti, atti pubblici, etc...
Nasceva in questo modo l'industria dei mass media, che possiamo far risalire all'inizio del 1600 quando si cominciarono a distribuire in maniera periodica e regolare alcune pubblicazioni informative. I primi giornali brevi furono scritti dagli olandesi, tipicamente composti da 3 o 4 pagine, ma poi crebbero in dimensione seguendo lo stile tedesco, raggiungendo le 20 pagine . Il giornale diventò lo strumento di informazione più rapido e veloce del tempo, e serviva non solo per informare ma anche per favorire scambi e per far crescere gli affari e le attività sociali . Nasceva in questo modo la pubblicità. Dal settecento in poi ci fu una crescita portentosa delle tecnologie di stampa che determinò la crescita dell'industria dell'informazione e dell'editoria aumentando enormemente il numero di lettori in tutto il mondo. Oggi il processo di stampa è tutto digitale, grazie a computer, stampanti e programmi word processor, ma l'essenza della scrittura e della stampa è rimasta la stessa.
E' evidente che l'invenzione della stampa sia stato un grande game changer della storia, qualcosa di molto simile alla rivoluzione di Internet. Dal 1440 in poi la cultura di Sapiens smise di essere trasferita oralmente, e smise di essere una prerogativa esclusiva dei pochi che sapevano leggere e potevano permettersi la copia unica di un libro scritto a mano. Inizialmente il libro più stampato fu la Bibbia, con un enorme impatto sulla diffusione sociale della religione. Ma ben presto la stampa accelerò l'alfabetizzazione dei popoli rendendo la cultura riproducibile, distribuibile e persino trasportabile. Si cominciava a creare e classificare il patrimonio delle conoscenze di Sapiens: i libri diventavano la memoria collettiva dell'umanità, il repositorio delle esperienze di Sapiens che poteva essere divulgato e trasferito ovunque e in qualsiasi momento. Da quel momento Sapiens ebbe la possibilità di memorizzare le grandi scoperte, le descrizioni dei fenomeni, le idee e gli avvenimenti. Il progresso della conoscenza veniva stampato in molte copie e reso accessibile, disseminando la cultura e l'informazione a velocità inaudite per quei tempi. L'accesso ai testi scritti diede un forte impulso allo sviluppo della conoscenza popolare e alla cultura dei popoli. Un numero sempre crescente di persone (mercanti, commercianti, studiosi) poteva accedere a informazioni per capire le questioni di base delle attività, degli scambi, delle leggi, mettendo in grave crisi i ricchi e la Chiesa che fino a quel momento avevano controllato risorse e informazioni in tutti i territori.
Internet, 600 anni dopo, ha fatto la stessa cosa: ha reso l'informazione ancora più fruibile e alla portata di tutti, rendendo l'accesso alla conoscenza immediato e diretto per chiunque. Lo scambio di idee che questa rivoluzione della cultura provocò nel XV secolo fece crescere il progresso tecnologico e scientifico favorendo la nascita di accademie, movimenti intellettuali e permettendo a persone che non avevano forte educazione di cominciare a discutere e sviluppare nuove idee. Infine, negli ultimi 400 anni i giornali hanno giocato un ruolo fondamentale nella percezione pubblica dei principali eventi sociali, politici ed economici, e si è fatto molto per cercare di tenere la stampa indipendente dal potere politico.
Oggi, nei paesi democratici criticare un governo, dibattere i problemi, cercare il consenso attraverso il dialogo informato, proporre nuove idee o riforme è possibile grazie alla libertà di stampa e alla sua diffusione. L'industria della scrittura è stato un elemento chiave delle democrazie e del progresso umano: 1) la letteratura e la cultura si sono sviluppate attraverso gli scritti; 2) la comunicazione di massa e il giornalismo hanno disseminato in maniera capillare le idee e le informazioni, consentendo alle masse di raggiungere un livello di conoscenza adeguato di ciò che succede nella società; 3) La scienza e il metodo scientifico, basato su verifica riproducibilità dei dati, non avrebbero potuto svilupparsi senza la stampa e i libri, così come l'economia e il diritto; 4) le regole, il diritto e le leggi sono diventati pilastri delle società grazie ai codici scritti.
La stampa ha di fatto contribuito a sviluppare il modello cognitivo dell'essere umano: leggiamo e mentre leggiamo abbiamo tempo di apprendere e comprendere, costruendo i concetti che fanno parte della nostra conoscenza. L'avvento di lnternet, e la sua competizione con la stampa, è stato un ulteriore immenso passo avanti di Sapiens ma ha aperto una serie di problemi importanti: l'accesso all'informazione è forse diventato troppo veloce. Sapiens spesso non riesce a metabolizzare la conoscenza in maniera opportuna perché il suo meccanismo cognitivo per secoli si è sviluppato su ritmi più lenti. Spesso questa velocità impedisce di verificare le fonti, e così delle informazioni false possono prevalere semplicemente perché vengono rapidamente circolate su scala mondiale, violando il principio fondamentale della verifica delle fonti. Ma qualunque sia il rischio, è certo che il fatto di scrivere, leggere, disseminare e tramandare la conoscenza rendendola sempre più fruibile e accessibile a tutti rimarrà il più grande motore di progresso dell'umanità.