BERLINO - Droni militari e una rete radar per sorvegliare la regione dell'Artico, specie la Groenlandia e le Faroer. Zone minacciate dallo scioglimento dei ghiacci e dagli spregiudicati, antiecologici investimenti di molti paesi (a cominciare da Cina e Russia) per lo sfruttamento senza limiti di tutte le risorse sotterranee e sottomarine e delle risorse ittiche della calotta settentrionale. Ecco, in piena guerra fredda, la nuova priorità delle modernissime ma piccolissime forze armate reali danesi.
Il Folketing, il Parlamento di Copenaghen governata da un esecutivo di sinistra guidato dalla giovane premier socialdemocratica Mette Frederiksen, ha deciso che la metà delle nuove spese militari, che sono in totale pari a 245 milioni di euro, verranno destinati all'ordinazione e messa in servizio in corsa di droni da ricognizione e di una nuova rete radar per salvare l'Artico. Con priorità alla sorveglianza della Groenlandia, territorio autonomo danese. E 400 milioni supplementari di corone danesi verranno spesi per altri droni e radar per analoghe operazioni di sorveglianza nel territorio delle isole FarOer.
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E' stata la ministra della Difesa Tine Bramsen, classe 1981, a lanciare l'allarme: mentre l'Artico si scioglie, "constatiamo un'accresciuta attività di potenze straniere nella regione, e aumentare significativamente la nostra sorveglianza è urgente", ha detto, puntando il dito implicitamente sulle trivellazioni e piú ancora sui progetti cinesi e australiani di ampie prospezioni minerarie in Groenlandia per sfruttare senza limiti gli enormi giacimenti sotterranei di uranio e di terre rare che si presume siano nel sottosuolo della più grande isola mondiale.
Presto dunque ci penseranno droni ognitempo a lungo raggio (nel colore Nato grigio a bassa visibilità e con la coccarda rossobianca dell'aviazione danese) a tenere d'occhio la regione minacciata giorno e notte. Inoltre i corpi speciali delle forze armate danesi pattuglieranno le zone minacciate con una flotta di slitte trainate da cani. L'aumento delle forze di vigilanza danesi è reso necessario nonostante già il bilancio della Difesa sia appesantito dall'acquisto di jet invisibili F-35 e dispositivi cyberwar per affrontare nel Baltico le minacce e provocazioni russe.
Attualmente le forze armate danesi, lamenta Tine Bramsen citata dall'agenzia di stampa Reuters, hanno a disposizione assolutamente troppo pochi mezzi per vigilare sull'Artico: un solo aereo da pattugliamento a lungo raggio, quattro elicotteri e quattro navi pattuglia, una forza totalmente insufficiente rispetto all'estensione della regione il cui ambiente e clima è a rischio. I droni avranno anche la missione di sorvegliare il rispetto dei diritti di pesca e delle quote e limite imposte alla pesca e alla caccia della fauna artica e alla sua protezione dai danni causati all'habitat di pesci, foche, orsi polari dalle attività economiche.