La credibilità di Joe Biden sulla lotta al cambiamento climatico e la giustizia sociale viene messa alla prova a 2.500 chilometri dalla Casa Bianca. Ne sono convinti gli abitanti delle Isole Vergini americane, paradisiaci avamposti di territorio statunitense nel cuore dei Caraibi dove all’inizio di marzo diverse abitazioni sono state ricoperte da particelle di una sostanza oleosa di colore nero. Per i cittadini del posto la memoria è andata indietro nel tempo quando era in funzione la raffineria di St. Croix (una delle tre principali Us Virgin Island assieme a St. Thomas e St. John) in disuso da circa un decennio. Un déjà-vu in agrodolce, visto che la raffineria è tornata in attività il mese scorso portando in dote centinaia di posti di lavoro ma anche - affermano gli abitanti - difficoltà respiratorie, mal di testa e lacrimazione.
"A volte sembra di respirare zolfo o uova marce, altre volte arrivano odori inspiegabili", spiega Loren Hughes, abitante di St. Croix. L'Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti (Epa) vuole che la società titolare della raffineria, Limetree Bay Ventures, aumenti il monitoraggio della qualità dell'aria a causa delle emissioni che colpiscono i quartieri vicini, ma finora i proprietari si sono opposti. St. Croix è assai lontana dalla terraferma e dalla capitale, ma la battaglia per l'inquinamento causato dello stabilimento sull’isola caraibica, per altro nota località turistica, è uno dei primi test di come l'amministrazione Biden darà la priorità alla giustizia ambientale e sociale.

Una battaglia con la quale il 46 esimo presidente americano ha promesso di impedire che negli Stati Uniti, il più grande produttore mondiale di combustibili fossili, i progetti di sviluppo industriale, in particolare dei settori petrolchimico e della raffinazione, siano realizzati vicino ad aree a basso reddito e popolate da minoranze. Circa 90 milioni di americani vivono entro 50 km da almeno una raffineria, secondo il gruppo ambientalista Earthjustice. Uno studio del 2020 condotto da ricercatori dell'Università del Texas Medical Branch ha concluso che il vivere entro 50 km da una raffineria di petrolio è associato a un aumento del rischio di più tipi di cancro. "Questa situazione offre la prima opportunità per l'amministrazione Biden-Harris di assumere una posizione chiara e forte sulle priorità relative alla salute pubblica e sui cambiamenti climatici legati all’uso di combustibili fossili", chiosa John Walke, avvocato del Consiglio per la difesa delle risorse naturali.

Dopo un decennio di inattività, la raffineria di Limetree Bay è stata riavviata con l'intenzione di trasformare fino a 200 mila barili di petrolio al giorno in benzina e altri combustibili. Alla Limetree Bay Ventures sono state però imposte condizioni rigorose dall'Epa sul monitoraggio della qualità dell’aria. La società, sostenuta dai private equity EIG e Arclight Capital, si è però appellata, dicendo di non dover essere loro a sostenere i costi di tali azioni. Un portavoce di EIG che rappresenta la raffineria ha però detto all’agenzia Reuters che è fortemente impegnata nel garantire prestazioni ambientali eccellenti e che considera ciò fondamentale per il successo dell’azienda.
Il ritorno dell'America


L'Epa gestita da Biden potrebbe tuttavia ritirare l'autorizzazione di sua iniziativa e sembra - affermano alcuni a Washington - che l’orientamento vada in questa direzione ovvero nell’impure controlli più stringenti ai proprietari dell’impianto. Ipotesi che vedrebbe il presidente americano dare una prima prova di coerenza nelle sue promesse di giustizia sociale e ambientale. Non senza rischi però. Molti residenti che concordano sulla necessità di sostenere l’occupazione hanno ancora vivo il ricordo dei precedenti proprietari, i quali hanno presentato istanza di fallimento, evitando l'ordine del dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti di pagare 700 milioni di dollari per i controlli sull'inquinamento nel 2011 dopo una serie di incidenti che hanno causato malattie ai residenti. "Hanno fatto un sacco di soldi sulla pelle della gente delle Isole Vergini, e quando è diventato complicato per loro operare, hanno chiuso l'impianto", ha detto Ritter. "Ci siamo sentiti usati."