LONDRA - Il fondo dei mari britannici vale di più per la difesa dell'ambiente che come fonte di produzione di gas e petrolio. Lo affermano nuove cifre dell'Office for National Statistics (Ons) citate dall'agenzia di informazione economica Bloomberg. I dati calcolano il valore dei "beni naturali" marini della Gran Bretagna in 211 miliardi di sterline, analizzando il beneficio che si ricava dalle emissioni nocive catturate dagli oceani e dall'ecosistema costiero.
La nave di Greenpeace Rainbow Warrior è entrata in azione contro lo sfruttamento minerario dei fondali dell'oceano Pacifico. Gli attivisti hanno esposto striscioni con la scritta "Stop Deep Sea Mining" davanti alla nave Maersk Launcher, noleggiata da DeepGreen, una delle società che guida la corsa alle estrazioni minerarie in acque profonde, fa sapere l'organizzazione. Una seconda protesta pacifica ha avuto luogo nel porto di San Diego negli Stati Uniti, dove attivisti della ong hanno aperto uno striscione contro la nave noleggiata da un'altra importante compagnia mineraria d'altura, la belga Global Sea Mineral Resources (GSR). Questa nave dovrebbe salpare a breve con l'obiettivo di effettuare una serie di test con un prototipo di robot minerario in grado di operare a una profondità di oltre 4 mila metri sui fondali dell'oceano Pacifico, in acque internazionali.Greenpeace contro le miniere nel Pacifico
L'Ufficio Nazionale Statistiche stima che i fondali e le zone acquifere lungo le coste sono in grado di risucchiare 10,5 milioni di tonnellate di ossido di carbonio l'anno, per un valore di 57,5 miliardi di sterline.
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In confronto, le foreste del Regno Unito catturano ossido di carbonio per 55 miliardi di sterline. Il mare batte i boschi, da questo punto di vista. E si tratta di una stima prudente, perché il valore reale, dicono gli esperti, potrebbe essere sei volte più grande, con il fondo dei mari che trattiene 60 milioni di tonnellate di emissioni nocive l'anno. Il valore che il mare genera nell'assorbire carbonio dall'atmosfera è più alto di quello che si guadagna dall'estrazione di gas e petrolio dalle piattaforme marine o dalla pesca, conclude il rapporto dell'Ons.