In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni
CON OCCHI DI SELVA

Letteratura lignea e ramosa: dai classici alle biblioteche nel bosco

Letteratura lignea e ramosa: dai classici alle biblioteche nel bosco
In cammino fra alberi, boschi, sentieri e libri
4 minuti di lettura

Ci sono storie che rappresentano di per sé la più intima unione - o comunione - fra la percezione che abbiamo del bosco e la letteratura. I libri, soprattutto se datati, magari vecchie edizioni ingiallite e imbarcate, sono testimoni di un'Italia scomparsa ma comunque tutt'altro che irreale, nella quale le storie, realistiche o meno, trovavano ambientazione. Provando a ridurre, a concentrare l'elenco delle opere che probabilmente per molti di noi celebrano questo voler raccontare del bosco e della natura e dell'uomo stesso che si confronta col bosco, con la natura, gli alberi, gli animali e i propri limiti, i titoli a cui ci potremmo appoggiarci risultano quasi scelte obbligate: di certo Il taglio del bosco di Carlo Cassola, di certo Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi, come non accogliere Il barone rampante di Italo Calvino, ma anche Il segreto del bosco vecchio di Dino Buzzati o il diario intimo Arboreto salvatico di Mario Rigoni Stern. Nondimeno L'albero degli zoccoli di Ermanno Olmi, il film, "un" - vi sento già brontolare ma è un paragone volutamente forzato - Promessi Sposi in salsa bergamasca e, a voler guardare oltre confine, ad esempio, il classico L'uomo che piantava gli alberi di Jean Giono.

Ovviamente appena ci pensiamo fioriscono autori, titoli, poesie, dipinti, film, sinfonie, canzoni e quant'altro, ampliando, moltiplicando, espandendo i limiti, anche storici, oltre che espressivi, di questo succinto elenco ramoso. Fra l'altro queste storie ci mostrano nostri consimili beffati, in più occasioni, dal tempo, dalla storia, piccola o grande che sia, toccati da povertà e di certo nessuno di questi è protagonista del proprio mondo. Non sono eroi, non vincono guerre, non conquistano mondi, anche se in qualche caso contribuiscono a crearne.
 

I protagonisti del racconto di Cassola, Il taglio del bosco (1950), vengono stremati dalle condizioni generali, da un lavoro duro e pericoloso che li accompagna ben lontani da casa, a vivere come topi dentro quelle casette di fango e legno, durante i mesi del "taglio". Non di più possiamo stimare il carattere dei protagonisti di Pinocchio (1883): Geppetto è un ometto dal cuore gentile ma che sopporta un destino ben poco desiderabile, per non parlare di tutte le figure truffaldine che il bambino-burattino incontra nelle sue avventure. Sì, il giovane Cosimo Piovasco di Rondò, protagonista de Il barone rampante (1957), scritto da Italo Calvino, è figlio di nobili, di certo un altro lignaggio, altre comodità, ma la sua storia in quel di Ombrosa, un non ben definito paese della costa ligure ci diverte e in verità ci commuove, poiché a seguito di un litigio il signorino decide si salire sulle fronde di un leccio e promette di non discenderne mai più. Calvino aveva radici ben salde, essendo figlio di botanici, il padre un arboricoltore rinomato e la madre la prima direttrice dell'Orto botanico di Cagliari. Benvenuto è un bambino che non diremmo particolarmente fortunato, orfano, timido, impacciato, anima il secondo romanzo di Buzzati, Il segreto del bosco vecchio (1935); a fine anno scolastico, perduto il padre, viene accolto nella casa fra i boschi che ha ereditato, dove lo attende il tutore, il colonnello in pensione Sebastiano Procolo, severo, ben poco indulgente, che applica universalmente il suo codice e le sue abitudini. Il bambino inizia a fare conoscenza con gli animali che popolano questi boschi e incontra i geni che abitano gli alberi del bosco vecchio, in pericolo poiché per una questione economica il colonnello decide di far abbattere. Oggi noi insorgeremmo ma fino a pochi giri di calendario fa il bosco di montagna esclusivamente produttivo, si coltivava per essere abbattuto e generare economia. Poche le eccezioni, come i boschi a protezione degli abitati e le prime nascenti riserve naturali. Il romanzo-favola di Giono, L'uomo che piantava gli alberi (1953), ci consegna la storia del pastore Elzéard Bouffier, che in solitudine per anni interra le ghiande e i semi di migliaia di piante fino a mutare il paesaggio brullo di un'intera regione. I naturalisti la celebrano come una foresta naturale, cresciuta da sola, ma la verità è ben diversa. Anche qui si parla di un personaggio marginale, addirittura fuori dalla storia, risparmiato dalle due grandi guerre che hanno insanguinato l'Europa.

Questi e altri capolavori rientrano in un elenco - ovviamente parziale e sommario come qualsiasi elenco - di opere che mi è stato chiesto di stilare, "venti titoli con radici e qualche fronda", classici della letteratura italiana e mondiale dedicati a storie che descrivono in modi diversi un rapporto speciale con Madre Natura. L'iniziativa fa parte del lancio delle Bibò, o Biblioteche del Bosco, un progetto promosso da Confcooperative, la Confederazione Cooperative Italiane, si tratta di piccole "casette" rustiche interamente in legno massello che ospitano al loro interno libri per sostenere, soprattutto nei piccoli centri, la lettura e l'attenzione all'ambiente. Le prime Bibò sono state collocate in comuni montani in Piemonte e Liguria. Ovviamente se lavorate in un Ente, in una Pubblica Amministrazione, in una associazione o siete un cittadino interessato a vederne una collocata nel territorio del vostro comune, basta inviare un'email a info@bibo-bibliotechedeiboschi.it e riceverete le informazioni del caso.

Nell'arco degli ultimi anni sono state inaugurate diverse "biblioteche del bosco", talora delle vere e proprie baite gestite dal servizio biblioteca di un comune o di una valle, con l'intento di portare i libri, ai bambini quanto agli adulti, laddove si assiste ad una assenza evidente di cultura: natura da una parte, cultura dall'altra, è ora di rimuovere questo sciocco steccato ideologico. La Fondazione Villa Ghigi, sui colli che circondano Bologna, ad esempio ospita un fondo di libri di Salaborsa Ragazzi, mentre spazi lettura sono segnalati nella Riserva Naturale Boschi del Giovetto di Palline a Borno, fra bresciano e bergamasca, o a Songavazzo, in Val Seriana, a Vetto, in Val Tassaro sull'Appennino reggio-emiliano; e ancora lungo il sentiero Botanico Tita Poa a Lozzo di Cadore, nel bellunese, o a Montefreddo, in Alta Murgia, nelle Puglie. Lo psicoterapeuta Paolo Cignozzi ne ha inaugurata una personale ma aperta a chiunque a Postua, in Piemonte e un'altra sta a Montorio, nei dintorni di Verona. L'Osteria la Subita, a Cormons (GO), offre ai clienti una libreria nel bosco, una vera e propria casa non sull'albero ma in mezzo agli alberi ove riposarsi e leggersi un buon (ma perché no, anche un pessimo) libro. Di vere e proprie case sugli alberi invece tratteremo la prossima settimana.

 

Tiziano Fratus vive in una casa davanti a un bosco. E' autore di molti libri e medita.
Studiohomoradix.com