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"Plastica, la Turchia sta diventando la discarica d'Europa"

"Plastica, la Turchia sta diventando la discarica d'Europa"
Il 40% dei rifiuti britannici, pari a 210 mila tonnellate di scarti in materiale plastico provenienti dal Regno Unito sono stati mandati nelle discariche turche. "Ogni giorno arrivano da tutta Europa 241 camion carichi", dice alla Bbc NihanTemiz Ata, direttore del progetto biodiversità di Greenpeace
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LONDRA – La plastica buttata via nel Regno Unito finisce in Turchia, dove viene almeno in parte bruciata o abbandonata illegalmente nelle strade invece che essere riciclata. Lo rivela un’indagine di Greenpeace, di cui dà notizia oggi la Bbc. L’organizzazione ecologista afferma che lo scorso anno il 40% dei rifiuti di plastica britannici, pari a 210 mila tonnellate, sono stati mandati in Turchia. E la Turchia è sempre più spesso la discarica anche della plastica generata dall’Unione Europea: nel 2020 i 27 paesi della Ue gliene hanno mandata 20 volte di più che nel 2016. “La Turchia sta diventando”, afferma Greenpeace, “la più grande discarica di plastica d’Europa”.
 

Ovviamente ci sono aziende turche che vengono pagate per accogliere i rifiuti di plastica dell’Europa. Ma il peggio è che, secondo il rapporto di Greenpeace, una parte di questi rifiuti non vengono riciclati, bensì gettati nelle strade, nei campi e nei canali. L’associazione ambientalista ha investigato dieci discariche nel sud della Turchia e ha trovato in ognuna sacchetti di plastica e altri rifiuti dello stesso materiale provenienti da supermercati o negozi britannici. Uno era una confezione di un test antigenico per il Covid, nota lo studio, indicando che quei rifiuti erano dunque recenti.

Il rapporto indica che il Regno Unito produce più plastica per persona di ogni altro Paese al mondo a parte gli Stati Uniti. E questa montagna di plastica britannica viene esportata principalmente in tre Paesi: Turchia, Malesia e Polonia. “Ogni giorno arrivano in Turchia da tutta Europa 241 camion carichi di rifiuti di plastica”, dice alla Bbc NihanTemiz Ata, direttore del progetto biodiversità di Greenpeace.
Molti Paesi industrializzati inviano a paesi emergenti i propri rifiuti riciclabili perché costa meno, riduce lo spazio delle discariche nazionali e aiuta a realizzare gli obiettivi fissati per il riciclaggio, osserva la radiotelevisione pubblica britannica. E i Paesi emergenti cominciano a rifiutare di essere la discarica di quelli più ricchi: l’anno passato la Malesia ha rimandato indietro 150 container di rifiuti plastica importati illegalmente, 42 dei quali appartenevano al Regno Unito. “Non vogliamo diventare”, disse il ministro dell’Ambiente malese Yeo Bee Yin, “il deposito della spazzatura del mondo”.