Minas Gerais, Goiás, Mato Grosso, Paraná e São Paulo già subiscono i primi tagli alla distribuzione di energia elettrica per il razionamento imposto dalle diverse amministrazioni federali. I motivi sono diversi, ma due in particolare influenzano un cambiamento meteorologico che i biologi del Centro Nazionale brasiliano per il monitoraggio e l’allarme dei disastri naturali definiscono “la tempesta perfetta”. Da un lato la “Niña”, il fenomeno che produce il raffreddamento delle superficie degli Oceani, soprattutto quelle del Pacifico, ha acquistato in questi ultimi mesi un andamento più intenso di quello che aveva mostrato tra ottobre e dicembre. Dall’altro l’aumento della superficie di foresta abbattuta altera il ricambio delle zone umide e aumenta il rischio di nuovi incendi per la presenza di legname secco a terra.
L'emergenza Covid-19
Si tratta dell’ennesima mazzata a un Paese che lotta da 18 mesi con il Covid che proprio in queste settimane ha ripreso a colpire con infezioni e nuovi record di vittime. La stagione invernale e la ripresa dell’attività produttiva creano le condizioni per l’aumento dei contagi. La campagna di vaccinazione procede ma solo il 15% della popolazione è stata finora protetta con la prima dose. Il presidente Jair Bolsonaro continua a boicottare le misure di distanziamento, sopporta a fatica la mascherina, è contrario al vaccino, arriva a sostenere che è molto più rischioso del Covid e che tra i due preferisce contagiarsi e cercare di salvarsi.
Dall'Amazzonia alla Romania: la lotta di chi dice no
Blackout e consumi ridotti
Ma è invece preoccupato per la siccità. Sugli effetti che può produrre nei prossimi mesi è chiarissimo. “La nostra vita verrà sconvolta”, aveva detto a maggio. “Stiamo affrontando un problema molto serio”. Funzionari e governatori avevano descritto un quadro preoccupante chiedendo misure per evitare i blackout. I brasiliani sono stati invitati a ridurre i consumi di acqua, a farsi meno docce, a spegnere quando possibile i condizionatori d’aria.
Riscaldamento globale. "Attendiamoci nuovi record. Effetti minimi dal lockdown sulle emissioni di CO2"
“Per otto anni”, spiega al New York Times Marcelo Seluchi, meteorologo del Centro nazionale dei disastri del governo, “non ha piovuto quanto doveva. E’ come un serbatoio d’acqua che non viene riempito e ogni anno si svuota sempre di più sperando che l’anno successivo sia rabboccato da altra pioggia. Ma quell’anno deve ancora arrivare”. Dopo la crisi del 2001 il Brasile si è impegnato a realizzare sistemi energetici sempre più versatili diversificando le fonti degli impianti idroelettrici. C’è stata una riduzione dal 90% al 65%.
Gli effetti della siccità
Ma non basta. Con i terreni più aridi, i tagli alla foresta pluviale che nei primi cinque mesi di quest’anno hanno raggiunto 983 miglia quadrate, il 67% in più del 2020, si teme una nuova stagione di incendi devastante. Ci mancava l’arsura, dopo i 500 mila morti da Covid-19 e il fuoco che ha divorato in Amazzonia, per sei mesi, l’equivalente di un campo di calcio al minuto.