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Se gli uccelli portano i semi nella direzione sbagliata

Storni in volo su Piazza Venezia a Roma. Vincenzo Pinto/AFP via Getty Images
Storni in volo su Piazza Venezia a Roma. Vincenzo Pinto/AFP via Getty Images 
Per adattarsi al surriscaldamento molte specie vegetali in Europa si "spostano" più a nord, ma per farlo hanno bisogno degli uccelli che però, secondo un nuovo studio, stanno trasportando semi soprattutto a sud
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Nella direzione sbagliata. Con la crisi climatica cambia il mondo e cambiano gli equilibri di tantissime specie vegetali costrette spesso a "spostarsi" a nord  verso temperature più miti per sopravvivere. Ma se in questo trasloco per esempio per le coltivazioni - come viti e ulivi oggi cresciuti ad altitudini maggiori - c'è l'aiuto dell'uomo, per tante altre specie di piante nella diffusione e distribuzione serve il sostegno degli uccelli migratori. Sono questi animali infatti a trasportare la maggior parte dei semi e contribuire alla crescita delle piante e dei boschi in luoghi differenti, magari più adatti a resistere agli impatti della crisi climatica.

 

Il problema, racconta ora una nuova ricerca pubblicata su Nature, è che per esempio in Europa la maggior parte degli uccelli migratori sta trasportando i semi nella direzione sbagliata: verso sud. Una direzione che non aiuta il futuro dei vegetali nel far fronte ai cambiamenti climatici.

Guidato dall'Università di Exeter, lo studio è stato condotto da 18 ricercatori di 13 istituzioni europee e si è concentrato sugli sviluppi legati ai boschi europei. I risultati affermano che la tendenza alla dispersione verso sud degli uccelli migratori è appunto maggiore e controproducente per l'adattamento delle piante al nuovo clima dato che, come conseguenza del riscaldamento globale, le condizioni climatiche ottimali per molte specie si stanno spostando verso latitudini più fresche, a nord, ridistribuendo la vita sulla Terra. Come ricordano i ricercatori i movimenti delle specie vegetali dipendono soprattutto dalla dispersione dei semi, attraverso venti e uccelli, su medie e lunghe distanze.


 
"Gli uccelli migratori svolgono un ruolo importante perchè sono in grado di disperdere i semi per decine di chilometri ma il cambiamento climatico contemporaneo è così rapido che molte piante per sopravvivere richiedono distanze di dispersione ben oltre quelle che normalmente si verificano a livello locale" spiega uno degli autori della ricerca, Juan Pedro González-Varo dell'Università di Cadice.

"Con questa ricerca volevamo conoscere il potenziale delle specie vegetali di essere disperse dagli uccelli migratori verso future aree favorevoli".

Alla base dell'analisi c'è lo studio di specie di uccelli che consumano frutti e abitualmente disperdono i semi in tredici boschi di tutta Europa e i ricercatori hanno analizzato quasi mille interazioni tra 46 specie di uccelli e 81 specie di piante per scoprirne i segreti. Inoltre all'interno della analisi sono stati inseriti modelli sulla migrazione degli uccelli e sul periodo di fruttificazione per avere dati più completi. 

Sebbene alcuni semi vengano trasportati sia a nord che a sud (per questo la percentuale totale va oltre il 100%), gli esperti hanno determinato che solo il 35% dei semi e dei futuri boschi viene disperso da uccelli che migrano verso nord in primavera, mentre  l'86% viene disperso da uccelli che migrano verso zone più calde a sud in autunno.

 

Come spiega Benno Simmons dell'Università di Exeter "abbiamo scoperto che la dispersione verso nord in aree più fredde è effettuata solo da un piccolo numero di specie di uccelli migratori, alcune delle quali sono sotto pressione per la caccia".

Lo studio dimostra che gli uccelli con il maggior potenziale di disperdere le piante europee a latitudini notoriamente più fresche sono le specie paleartiche, uccelli che svernano nell'Europa centrale e meridionale o in Nord Africa. Fra queste pettirossi, merli, capinere, tordi e altri.
 
"Sebbene si tratti di specie comuni - precisa González-Varo - il potenziale di dispersione dei semi a nord risiede solo in una manciata di specie, alcune delle quali sotto pressione nel bacino del Mediterraneo e cacciate sia legalmente che illegalmente".

I risultati della ricerca potrebbero dunque aiutarci a comprendere, seguendo le dinamiche della dispersione dei semi attraverso gli uccelli, le future composizioni dei boschi europei che potrebbero risentire della "direzione sbagliata" nella redistribuzione dei semi legata alle migrazioni, ma anche aiutarci a capire quali uccelli - fondamentali per la dispersione dei semi a nord - siano da proteggere e salvaguardare ulteriormente.


 
"Riteniamo che il nostro studio dia un valore aggiunto a queste specie di uccelli - chiosano i ricercatori - dal momento che sono responsabili nell'aiutare le comunità vegetali europee a rispondere ai cambiamenti climatici".