Al di là degli slogan e della grande querelle sul clima e sulle istanze green, in questi anni c'è chi della questione ambientale ne ha fatto una professione. Sono gli avvocati ambientali, una figura che fino a poco tempo fa era vista come marginale e che invece sta diventando sempre più rilevante. Si tratta di giuristi in grado di interpretare correttamente le norme comunitarie, nazionali e locali mettendosi al servizio di imprese, persone fisiche (raramente) e amministrazioni che intendono operare nel rispetto delle disposizioni presenti in materia ambientale.
Ma partiamo dal principio. Qual è il percorso formativo di un avvocato ambientale? "Dopo la laurea con il vecchio ordinamento in giurisprudenza, ho consolidato le mie competenze e conoscenze universitarie con un master alla scuola di specializzazione per le professioni legali. Dopodiché mi sono appassionato alle tematiche ambientali, e ho frequentato un master all'Università di Milano appunto in diritto dell'ambiente, diretto dalla professoressa Barbara Pozzo", spiega Vincenzo Solenne, name partner dello Studio Legale P&S, realtà unica nel comparto legal advisory.
Professioni verdi, la consulente per il turismo sostenibile: "Ce l'ho fatta grazie all'Africa"
Le università italiane cominciano a progettare e inserire, nei propri programmi, corsi di studio e cattedre legate a questo tema. Gli avvocati che vogliono entrare in questo mondo hanno la possibilità di frequentare master - generalmente si tratta di corsi biennali di almeno 200 ore - per conoscere le norme e acquisire una specializzazione ulteriore.
Ma lo studio da solo non basta. "Questa professione specifica richiede una dimensione multidisciplinare e un approccio orientato a un continuo confronto tecnico e interazione con altre figure professionali del settore, quali, per esempio, l'ingegnere ambientale, il geologo, il chimico", spiega l'avvocato ambientale Enzo Pelosi, fondatore dello Studio Legale Ambientale Pelosi.
Lo scienziato del clima: "Ho la testa tra le nuvole per decifrare il cambio climatico"
Il giurista ambientale dovrà quindi avvalersi anche di capacità di team building e una volta formatosi dovrà costantemente aggiornarsi, anche da un punto di vista tecnico. Come? "L'esperienza formativa iniziale, teorica e didattica, non basta. Il giurista ambientale deve anche sviluppare una visione pratica. All'inizio della mia carriera, circa vent'anni fa ma ancora a oggi, compievo quotidianamente sopralluoghi e verifiche di compliance normativa (l'osservanza delle norme n.d.r.) presso aziende, avendo l'occasione di visionare dal vivo e di prendere evidenza, per esempio, di cosa fosse un impianto di depurazione acque, un impianto di trattamento fumi o di termovalorizzazione rifiuti. Queste cognizioni acquisite, e quindi l'esperienza maturata sul campo, hanno consentito di accrescere la mia professionalità e la mia competenza", puntualizza Pelosi.
Solenne e Pelosi fanno parte di quella cerchia ristretta di professionisti che hanno visto nella specializzazione ambientale un sbocco professionale e di mercato. Una scelta che a oggi li ha ripagati. "Il giurista che si approccia a questo campo deve avere innanzitutto una competenza molto solida su tutti i rami del diritto, cioè deve avere una competenza orizzontale. Il nostro studio, per esempio, si contraddistingue perché cerchiamo di dare un approccio più fenomenico: è infatti riduttivo parlare solo di ambiente, in quanto abbiamo abbracciato tantissime tematiche, dall'economia circolare allo sviluppo sostenibile, che ci hanno garantito una platea molto eterogenea di clienti", continua Solenne.
Professione tree-climber, Lorenzo: "Lassù curo il nostro futuro: le piante che ci aiutano a respirare"
Il dossier ambientale è infatti uno degli argomenti trasversali che coinvolge tutti i settori, e dall'inizio degli anni 2000 a oggi sono moltiplicati sia i clienti sia i colleghi specializzati. "Intorno al 2006 gli avvocati ambientali si potevamo contare sulle dita di una mano, adesso invece c'è un maggiore interesse, dovuto anche all'aumento della domanda. Il nostro studio è partito lavorando soprattutto con i comitati di cittadini e i contenziosi di privati. Adesso il carnet clientelare conta prevalentemente aziende, ente pubblici e istituzioni, comprese le Nazioni Unite", aggiunge Solenne.
Entrambi i professionisti sono d'accordo su un punto: il processo di formazione non finisce mai. È un lavoro che va oltre la semplice compliance. Deve anche produrre impatto positivo sui processi delle aziende e sul contesto di riferimento. Consulenze, programmazione ambientali, crisis management: fa tutto parte della galassia in continua mutazione del diritto ambientale.
Professionisti del verde, l'ingegnera specialista in rinnovabili: "Riconverto dal petrolio all'eolico e sono in pace con la coscienza"
In Italia negli ultimi 25 anni c'è stata un'accelerazione sotto molti aspetti, con nuove normative organiche e una maggiore sensibilità percepita nell'opinione pubblica. "La realtà italiana sembra abbastanza forte da un punto di vista normativo ma anche culturale in questo campo", assicura Solenne. "Anche se la gerarchia del diritto che pone al primo livello il quello europeo, rende alcune nozione di difficile comprensione, e a volte in contrasto fra loro. Basti pensare alle difficoltà che possono incontrare le aziende più piccole a recepire tutte le disposizioni sul tema. Allo stesso modo, anche i giudici spesso trovano complicato interpretare e applicare le leggi in materia", conclude Solenne.