La sostenibilità non è un concetto astratto. I 2.800 abitanti di Borgarello, paese a una manciata di chilometri da Pavia, l'hanno capito grazie al loro sindaco: Nicola Lamberti, 48 anni, è salito alla ribalta della cronaca per aver impedito la costruzione di un grande centro commerciale che avrebbe fatto scempio del territorio. Ma è anche amministratore delegato di una startup innovativa, la cui missione è la lotta allo spreco alimentare.
Per lui, nella vita privata e in quella pubblica, bisogna sempre valorizzare le persone che ci circondano, ancora prima di noi stessi, e occorre tenere i piedi saldi nel presente, pur avendo un'idea del futuro che desideriamo. "Perché agire per il bene collettivo significa occuparsi in prospettiva anche del proprio - spiega - e perché, quanto più è ampio il contesto di cui ci prendiamo cura, tanto più le nostre azioni avranno effetti duraturi nel tempo".
Con questi princìpi, nel 2019 è nata la società benefit Alimentiamoci. Nicola l'ha fondata con un gruppo di amici ed ex colleghi: "Insieme - racconta - avevamo già creato e portato al successo una grossa azienda del settore informatico. Puntavamo su un'organizzazione del lavoro non gerarchica, bensì incentrata sulla suddivisione dei ruoli; il modello tendeva a sfruttare al meglio le varie competenze e a ripartire le responsabilità, affinché nessuno si sentisse un mero esecutore di comandi altrui. Nel 2018, però, un socio di maggioranza cominciò a stravolgere l'impianto e noi fummo costretti a dimetterci".
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Nonostante la delusione, Nicola e gli altri hanno trasformato il fallimento in opportunità: "Volevamo convogliare l'esperienza maturata in un nuovo progetto. Eravamo uniti da passioni e ideali, ci siamo chiesti che cosa avremmo potuto fare partendo da quell'identità condivisa. Siccome con noi c'era il cuoco che gestiva la mensa della vecchia ditta e che, per solidarietà, ci aveva seguiti, abbiamo intrecciato le conoscenze legate alle tecnologie digitali con le sue nell'ambito della ristorazione".
La lista delle spesa senza sprechi
Nel marzo 2020, infatti, la startup ha inaugurato Planeat.eco, una piattaforma online per la consegna di cibo a domicilio che mira a migliorare le abitudini di consumo. "La filiera alimentare - riprende Nicola - ha un impatto ambientale devastante. L'agricoltura, l'allevamento, la lavorazione e la distribuzione di ciò che finisce sulle nostre tavole generano emissioni di gas serra, fagocitano suolo, acqua ed energia. E l'inquinamento peggiorerà, man mano che la produzione aumenterà per sfamare una popolazione in crescita. Evitare che continui a sprecarsene più di un terzo, quindi, ci è sembrato un passo importante".
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Analizzando il processo decisionale che ci guida durante la spesa, la squadra di Nicola s'è resa conto che la disposizione della merce nei supermercati induce a comprare più del necessario, a mettere in dispensa qualunque alimento possa servire in cucina. In tal modo, si finisce per buttare molta roba. Perciò Planeat.eco incentiva la programmazione: "Basta compilare una tabella con i pasti dell'intera famiglia, scegliendo da un elenco di piatti o singoli prodotti disponibile sul nostro sito. Noi forniamo sia le ricette dettagliate e personalizzabili sia gli ingredienti puliti, tagliati e pesati, persino in quantità minime".
Anche il packaging è green
E per il packaging si utilizzano solo contenitori compostabili. "Per azzerare i rifiuti - continua Nicola - dal prossimo febbraio introdurremo il sistema del vuoto a rendere. Stiamo realizzando degli stampi in polipropilene, un materiale riciclato e riciclabile, leggero, resistente al microonde e ai lavaggi; il cliente verserà una cauzione, che sarà restituita nel momento in cui ritireremo l'imballaggio".
Ricevere a casa l'indispensabile per preparare pasta, verdura, pesce o carne consente di acquistare meno e risparmiare. "Rispetto ai concorrenti, garantiamo qualità a prezzi notevolmente inferiori. Certo, il margine di guadagno è quasi zero. Ma l'obiettivo è affermarci su larga scala: così l'attività diventerà sostenibile economicamente e innescherà un circolo virtuoso". Per ora le consegne coprono Pavia, Milano e Monza, mentre si sono aggiunte proposte per la refezione scolastica e aziendale. "Impieghiamo una quarantina di persone, tutte assunte, e ci occupiamo di ogni passaggio. Ormai superiamo i 900 ordini familiari al mese. La nostra pubblicità è il passaparola".
La speculazione edilizia
Del resto, Lamberti non teme le sfide. L'ha dimostrato nel 2011, accettando di candidarsi alla carica di sindaco di Borgarello per spirito di servizio: "Non avrei mai immaginato di farlo. Ma il paese rischiava di essere sommerso da una colata di cemento. L'ennesima, dopo il boom edilizio che si era registrato tra gli anni Novanta e il Duemila: i terreni edificati sono quintuplicati, con quelli agricoli rimpiazzati da villette a schiera, e gli abitanti sono triplicati. Poi è spuntato il progetto per la costruzione di un centro commerciale. Avrebbe sfigurato un'area di 235 mila metri quadrati, più altrettanti destinati a strade e infrastrutture secondarie".
Nel luglio 2010 il consiglio comunale approva la lottizzazione, sulla base del Piano di Governo del Territorio. In quei giorni, però, si scopre che l'allora primo cittadino figura tra gli indagati in una vicenda collaterale della maxi-inchiesta "Infinito" sul radicamento della 'ndrangheta in Lombardia. A ottobre lo arrestano. "L'iter - ricorda Nicola - subì un rallentamento. A poche settimane dalle nuove elezioni, tuttavia, il commissario prefettizio nominato per l'ordinaria amministrazione rilasciò l'autorizzazione commerciale. Un atto al limite dei suoi poteri. A quel punto, mancava soltanto l'ok della Provincia di Pavia alla viabilità. Pareva impossibile fermare l'opera".
Nicola collabora con una lista civica impegnata nella battaglia contro la speculazione; al termine di concitate trattative con l'unica forza politica contraria al centro, il nome del candidato sindaco su cui si raggiunge l'accordo è il suo: "Avevamo quattro avversari da battere. Alla fine, vincemmo con un risicato 33% di voti". S'inizia immediatamente a smantellare la catena di provvedimenti favorevoli all'ecomostro: "Grazie a un ricorso presentato da Italia Nostra e Legambiente ai giudici amministrativi, la questione della viabilità si bloccò. Di conseguenza, riuscimmo a risalire e ad arrivare fino all'annullamento dell'autorizzazione commerciale".
Intanto, alleati e opposizioni manovrano sottobanco. Nel 2012 il consiglio comunale viene sciolto. Il motivo? Dimissioni di massa. S'insedia un secondo commissario, che non si preoccupa della vicenda del centro. E si torna alle urne. "Questa volta - chiarisce Nicola - siamo scesi in campo con una lista civica pura e abbiamo invitato la cittadinanza a contribuire alla stesura del programma. Affrontavamo una coalizione in cui erano confluiti tutti gli altri, eppure abbiamo vinto con il 60%. Abbiamo riscritto il Pgt e riconvertito terreni edificabili in coltivabili".
Il sindaco non cede alle lusinghe dei promotori del centro, che promettono di ricompensare Borgarello con denaro, con il dono di una villa storica e con 1.200 posti di lavoro in più. Falso, ribatte lui: il bilancio complessivo sarebbe di 300 posti spariti per le ripercussioni negative sul tessuto economico locale. E la comunità non sarebbe risarcita per i danni provocati dal traffico congestionato, dallo smog, dalla distruzione del paesaggio. La controparte reagisce, passa alle minacce e alle cause milionarie in sede civile e amministrativa. Le perde.
"Il tempo ci ha dato ragione - commenta Nicola, al suo terzo mandato - il fatto di essere un Comune attento all'ambiente ci ha permesso di partecipare a bandi e incassare finanziamenti; li abbiamo usati per l'illuminazione a led, i pannelli solari sugli edifici pubblici, gli interventi per l'efficienza energetica della scuola, la casetta dell'acqua, le piste ciclabili e una bike station lungo l'alzaia del naviglio pavese. Anche con l'aiuto di tanti cittadini, abbiamo rilevato la famosa villa e ci abbiamo trasferito il municipio. Tengo a sottolineare che il merito di ogni successo non è mio, ma del gruppo. E spero che la nostra storia possa infondere fiducia o essere d'esempio per chiunque stia intraprendendo un cammino simile".